Ue. Ema: per la Corte sono i 27 a decidere. Ma Sala e governo non mollano

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Sindaco di Milano e governo non mollano sull’assegnazione dell’Ema, ed addirittura Giuseppe Sala si dice ottimista del pressing che su sta facendo sull’Unione Europea.
In realtà ieri la Corte di giustizia europea, alla quale l’Italia ha presentato ricorso dopo che era apparso evidente che Amsterdam non era pronta ad ospitare l’Agenzia del farmaco, ha ribadito che la decisione spetta ai paesi membri, ovvero ai Ventisette che prima avevano valutato le candidature di 19 città considerando anche la fruibilità immediata delle strutture (Milano aveva già pronto il Pirellone), e poi hanno attribuito l’agenzia ad Amsterdam con un sorteggio.
Inoltre gli olandesi non vogliono comprensibilmente mollare l’Ema, la quale ieri ha comunicato che “si trasferirà da Londra ad Amsterdam entro la fine di marzo 2019, quando il Regno Unito si ritirerà dall’Unione Europea. Le autorità olandesi si sono impegnate a creare locali completamente nuovi e su misura per l’Ema nel distretto commerciale Zuidas. L’edificio sarà completato entro il 30 marzo 2019, quando Ema sarà pienamente operativa ad Amsterdam”.
Fatto sta che ad Amsterdam manca il palazzo, e la soluzione provvisoria è tutt’altro che ideale: come aveva denunciato in conferenza stampa il direttore dell’Ema, Guido Rasi, quanto offerto da Amsterdam “dimezza” gli spazi attuali dell’Ema, e “Nelle scorse settimane abbiamo avuto ampie discussioni sulla selezione di un edificio temporaneo. Entrambe le parti hanno convenuto che gli edifici inizialmente proposti non erano pienamente adatti allo scopo e che, pertanto, i nostri partner olandesi hanno dovuto trovare un’altra opzione. Ciò ha richiesto più tempo del previsto, ma sono lieto che ora abbiamo trovato una soluzione. Tuttavia questa non è una soluzione ottimale, avremo solo la metà dello spazio rispetto alla nostra sede attuale a Londra”.
Sala (e governo) punta però su un altro procedimento, quello sommario, il quale implica una visita degli ispettori Ue al sito provvisorio di Amsterdam il 12 febbraio.
L’Ema d’altronde è un boccone ghiotto: 897 dipendenti (di cui 624 donne e 273 uomini), bilancio da 332 milioni di euro, 900 visitatori al giorno ma soprattutto tanto indotto, con un ritorno stimato tra 1,7 e 1,8 miliardi.