Ue. Eurogruppo: fumata nera, gli olandesi contro i Coronabond. Domani si riprova

di Guido Keller

La prima giornata di trattative dell’Eurogruppo su dove attingere fondi per l’emergenza economica conseguente a quella del coronavirus si è conclusa con una fumata nera. Paesi Bassi, Austria, Danimarca, Finlandia e repubbliche baltiche si sono opposti all’idea dei Coronabond ed insistono nel ricorso al Mes (Meccanismo europeo di stabilità ovvero il “salva stati”) per affrontare le ingenti spese mediche, una visione assai limitata per paesi che, come Italia e Spagna, hanno dovuto bloccare la produzione industriale ed ora rischiano una crisi senza precedenti.
La videoconferenza dei ministri delle Finanze riprenderà così nella giornata di domani nel tentativo di trovare i compromessi sulle varie iniziative e proposte, dai “Coronabond” per i quali spinge l’Italia, ai prestiti derivanti dal Mes, al “Sure, il fondo a cui ha pensato la Commissione per sostenere la cassa integrazione, al prestito agevolato da parte della Banca europea degli Investimenti (Bei).
Quello che serve, ha spiegato il commissario europeo Paolo Gentiloni, è “il senso di responsabilità necessario in una crisi come questa”, ma per i Paesi Bassi sul Mes “servono precise e stringenti condizioni economiche all’uso del prestito”. Il ministro delle Finanze olandese, Wopke Hoekstra, si è messo di traverso ad un accordo quasi raggiunto sul Mes sostenendo che “può essere utilizzato per coprire i costi medici, ma per altri tipi di interventi a lungo termine servono precise condizioni economiche”.
Mes condizionato e veto sul Coronabond per gli olandesi quindi, Hoekstra teme “l’aumento dei rischi per l’Europa invece di ridurli”, e questo nonostante la prudente apertura del tedesco Olaf Scholz per il quale “questo strumento va sviluppato e per farlo serviranno settimane, mesi”. Tuttavia per Italia e Spagna, i paesi più colpiti dall’emergenza, l’ipotesi di un debito comune resta irrinunciabile per sostenere la ripresa, e alle loro posizioni si sono allineati, seppure con diverse sfumature, Grecia, Portogallo, Irlanda , Lussemburgo e Malta.
Meglio è andata sul prestito Bei e sul Sure per quanto lì il timore dei ministri delle Finanze sia quello della mutualizzazione dei debiti, ma l’intesa è stata trovata e verrà con tutta probabilità ufficializzata al termine dell’incontro di domani.
Il Covid-19 sta mettendo così a dura prova la tenuta dell’Unione Europea, nata innanzitutto per garantire la solidarietà tra i paesi membri, e mentre gli euroscettici si sfregano le mani (il leghista Matteo Salvini parla già di referendum Italexit), resta la realtà di un’Italia in ginocchio, per la quale è necessario che domani l’Eurogruppo trovi la quadratura del cerchio.

(Giovanni Ciprotti 2020)