UE. Il Parlamento approva risoluzione su genocidio armeno e dà ragione al papa

Notizie Geopolitiche –

armeni genocidioLa polemica seguita alle parole del papa sul genocidio armeno sembra non essere destinata a finire: il Parlamento europeo, riunito in plenaria a Bruxelles, ha approvato una risoluzione per commemorare il centenario del genocidio degli armeni, commesso dagli ottomani. A maggioranza il Parlamento ha anche stabilito di “deplorare fermamente i tentativi di negazionismo” e, grazie all’approvazione di un emendamento, di elogiarle parole del papa pronunciate domenica scorsa in occasione della messa celebrata con il patriarca della Chiesa armena Karekin II, quando aveva affermato che “La nostra umanità ha vissuto nel secolo scorso tre grandi tragedie inaudite: la prima, quella che generalmente viene considerata come il primo genocidio del XX secolo, ha colpito il vostro popolo armeno, prima nazione cristiana”.
Il Parlamento europeo ha interpretato (con 351 voti a favore, 269 contrari e 22 astensioni) le parole di papa Bergoglio “in uno spirito di riconciliazione”.
Solo ieri il presidente turco Recep Tayyp Erdogan, in una poco velata minaccia, ha ricordato che il suo paese ospita 100mila armeni e che “Li potremmo espellere anche se ancora non lo abbiamo fatto”.
Fra i due paesi, il Vaticano e la Turchia, si è ormai ai ferri corti, con l’ambasciatore di Ankara in Vaticano già richiamato e il ministro turco per gli Affari europei, Volkan Bozkir, che ha affermato che il papa ha parlato così perché “viene dall’Argentina”, un paese “che ha accolto i nazisti” e nel quale “la diaspora armena è dominante nel mondo della stampa e degli affari”.
Tuttavia ci vorrà tempo per trovare la quadratura del cerchio per l’adesione della Turchia all’Unione Europea, specie dopo la risoluzione del Parlamento europeo che, di fatto, obbligherebbe di fatto Erdogan a dare ragione al papa.
La risoluzione del Parlamento europeo ha suscitato malumori ad Ankara: in una nota del ministero degli Esteri si legge che il Parlamento europeo “ripete un errore già commesso in passato” e questo testo, “esempio senza precedenti di incoerenza in ogni suo aspetto”, viene “respinto” dal governo della Turchia.