Ue. Migranti: Juncker, ‘Italia eroica’. Ma per Mogherini ‘la responsabilità non è condivisa’

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Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha parlato del tema dei migranti alla conclusione della riunione preparatoria del G20 a Berlino, spiegando ai giornalisti che “L’Italia non si è mai sottratta ai propri impegni per soccorso in mare e accoglienza umanitaria e non intende farlo ma chiede di discutere del ruolo delle ong, della missione di Frontex, delle risorse a disposizione per lavorare in Libia e negli altri Paesi africani, della possibilità di allargare i nostri programmi”. “Ho utilizzato – ha continuato il premier – anche questa occasione per rappresentare ai colleghi europei l’estrema preoccupazione per il rischio dell’accentuarsi dei flussi migratori negli ultimi giorni. Siamo di fronte a numeri crescenti che alla lunga potrebbero mettere a dura prova il nostro sistema di accoglienza. Abbiamo internazionalizzato le operazioni di salvataggio ma l’accoglienza resta di un Paese solo. Questo mette il nostro Paese sotto pressione ma noi abbiamo un aspetto umanitario, di rispetto delle leggi e lo confermeremo. Non violiamo le regole o vogliamo rinunciare a un atteggiamento umanitario: siamo sotto pressione e chiediamo il contributo concreto degli europei”.
Un contributo che, al di là dell’aspetto economico, ancora non si vede, ma il capo della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha ribadito che “non possiamo abbandonare né l’Italia né la Grecia, due nazioni eroiche”.
La Pesc Federica Mogherini tuttavia ha denunciato da Bruxelles, dove si trovava per il vertice Nato, l’assenza di “solidarietà interna e di disponibilità da parte degli Stati membri a condividere con l’Italia l’accoglienza”: “C’è bisogno che oltre a riconoscere il grande lavoro che l’Italia ha fatto e sta facendo ci sia il passaggio successivo, ossia quello della condivisione della responsabilità”.
Per Mogherini ci deve essere il sostegno economico ma anche l’impegno a rafforzare “il lavoro che stiamo già facendo in coordinamento con l’Italia in Libia”, cioè formando la Guardia costiera del paese nordafricano e fornendola di mezzi, “nel rispetto dei diritti umani e degli standard internazionali”. Inoltre sono in corso “progetti nei Paesi di origine” dei migranti, come pure si sta lavorando su un rafforzamento della “presenza di Oim e Unhcr in Libia e in Niger per i rimpatri”.