Usa. Convention repubblicana, Cruz non dà l’endorsement. ‘Clinton da fucilare per tradimento’

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Cruz tedTed Cruz, l’ultracattolico senatore del Texas ex candidato alle primarie repubblicane, non ha dato il suo endorsement a Donald Trump, limitandosi a raccomandare ai delegati della convention di Cleveland (Ohio) che “Se amate il nostro paese, se amate i vostri figli, andate a votare a novembre e votate secondo la vostra coscienza”.
Una dichiarazione inattesa, che ha riempito l’affollata platea di fischi, ma anche in contrapposizione con gli altri due ex candidati, il senatore della Florida Marco Rubio e il governatore del Wisconsin Scott Walker, che hanno dato il loro endorsement, sostenendo l’importanza di lavorare insieme per l’unità del partito.
Alla convention sono poi intervenuti, tra un black out e l’altro per problemi tecnici, il figlio di Trump, Eric, e il governatore dell’Indiana, Mike Pence, che ha accettato il ruolo di vicepresidente, ovviamente in caso di vittoria repubblicana alle elezioni dell’8 novembre.
Pence, che si è definito “un cristiano, un conservatore, un repubblicano: in questo ordine”, ha detto di essere “forse stato scelto da Trump per bilanciare un po’ il suo approccio”, e difatti il suo intervento è stato moderato e ben lontano dagli exploit mozzafiato del magnate neworkese, per quanto resti un paladino del liberismo economico e del conservatorismo sociale.
Pensieri poco gentili sono stati rivolti alla candidata democratica Hillary Clinton, tra cori che urlavano “mettetela dentro” a uscite come quella alla radio di Al Baldasaro, deputato del New Hempshire e membro della coalizione dei veterani che sostengono Trump, per cui la donna “Dovrebbe essere portata davanti ad un plotone di esecuzione e fucilata per alto tradimento”. Una frase shock da cui Trump ha preso le distanze.