USA. Kerry ammette il Datagate, ‘in alcuni casi ci si è spinti un po’ oltre’

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kerry johnA scandalo palese e con le diplomazie di tutto il mondo in fermento, finalmente il Segretario di Stato americano, John Kerry, ha ammesso il “Datagate”, ovvero la cattiva abitudine degli Stati Uniti di spiare i propri cittadini e quelli di mezzo mondo, compresi 35 leader di nazioni straniere, portato alla luce dal giovane tecnico della Nsa, Edward Snowden, ora “ospite” in Russia.
Parlando in videoconferenza con Londra, Kerry ha voluto sottolineare l’importanza di programmi come quello della Nsa per prevenire attacchi terroristici e colpire “un infernale estremismo mondiale che è determinato a far saltare in aria e a uccidere persone e ad attaccare governi”. “Vi assicuro  – ha continuato il Segretario di Stato – che le persone innocenti non subiscono abusi in questo processo, ma c’è uno sforzo per raccogliere informazioni e sì, in alcuni casi, si è andati troppo in là in modo inappropriato”.
Kerry ha spiegato che la raccolta dei dati avveniva in modo casuale e che venivano verificate le comunicazioni nel momento in cui emergevano particolari parole o frasi riconducibili a minacce alla sicurezza.
Il Segretario ha comunque fatto sapere che il presidente Barack Obama “è determinato a chiarire e ha avviato una profonda revisione in modo che nessuno debba sentire di aver subito abusi”, poichè “In alcuni casi alcune queste azioni si sono spinte troppo oltre, ve lo riconosco come ha fatto il presidente, e faremo in modo che questo non si ripeta in futuro”.