Usa. Quelle due ladies che fanno lo stesso discorso…

di C. Alessandro Mauceri –

trump melanie con donaldOgni quattro anni negli Usa i candidati alla presidenza spendono montagne di soldi per organizzare eventi, missioni e campagne elettorali. Ogni briciolo della campagna è studiato a tavolino dai migliori esperti di marketing e comunicazione. Da cosa devono indossare a quello che devono dire, fino ai gesti e alle espressioni. Mai come in questo caso apparire è più importante che essere.
Ha sorpreso la somiglianza tra le parole pronunciate da Melania Trump a Cleveland, Ohio, durante la convention del Partito Repubblicano statunitense e quelle proferite da Michelle Obama durante un’altra convention, nel 2008, in occasione della candidatura del marito alle elezioni presidenziali. A sentire parlare le due aspiranti first ladies sembra quasi di ascoltarle recitare un copione: stesse parole, stessa espressione, stesso tono, addirittura lo stesso taglio di vestito (o quasi: solo piccole differenze e, ovviamente, il colore legato al diverso colore della pelle delle due relatrici).
Tra i primi a far notare la somiglianza invero eccessiva è stato Jarrett Hill, giornalista, interior designer e grande amico di Obama (alcuni sostengono che sia uno dei suoi ghost writer) che ha parlato di discorso copiato. La verità è che quello pronunciato delle aspiranti first ladies non è il “loro” discorso, ma quello che qualcuno ha scritto per loro. Frasi che dicono sempre la stessa cosa: quello che gli americani vogliono sentirsi dire. Poco importa se a quelle parole le due aspiranti prime donne non credono affatto, e nel caso dell’attuale first lady era meno evidente, ma non sorprende data la sua esperienza oratoria legata alla professione; nel caso della moglie di Trump, invece, è stato palese che stava recitando un copione imparato quasi a memoria.
In difesa della Trump è intervenuto il portavoce del marito Jason Miller, il quale ha detto che “La sua esperienza di immigrata e il suo amore per l’America sono emersi nel suo discorso”. “Nello scrivere il suo splendido discorso il team di scrittori di Melania ha considerato quello che è stato fonte di ispirazione nella sua vita e in alcuni passaggi ha incluso frammenti che riflettono il suo pensiero”. Nel pronunciare queste parole, hanno commesso un altro errore: hanno creato un’altra similitudine tra la Trump e la famiglia Obama. In passato, Melania Trump, di origini slovene, ha dovuto chiarire la propria posizione negli Usa: in un’intervista a Msnbc ha detto di “aver avuto un visto e periodicamente” si recava “in Slovenia per rinnovarlo. Poi ho chiesto una ‘green card’ e dopo molti anni ho ottenuto la cittadinanza”. Anche per Obama vennero avanzate accuse analoghe, tanto che, per bloccare una campagna mediatica contro di lui, fu costretto a pubblicare online il proprio certificato di nascita nella “versione lunga”. Tutto era nato dopo che, in un libro dal titolo “Dov’è il certificato di nascita?”, l’autore aveva affermato che Barack Obama, pur essendo “americano”, non era nato sul “suolo americano”: una questione tutt’altro che secondaria dato che solo chi è nato negli Stati Uniti d’America (e non chi ha solo la cittadinanza) può aspirare alla carica di presidente.
Tornando alle aspiranti first ladies, probabilmente nessuna delle due ha detto quello che pensava realmente, ma quello che secondo gli esperti gli americani e soprattutto i delegati che partecipano a quelle convention si aspettavano di sentirsi dire. Michelle Obama aveva ricordato di “essere stata cresciuta con determinati valori, come il fatto che si debba lavorare sodo per quello che si vuole nella vita, che la propria parola va rispettata e che bisogna fare quello che si promette di fare”. Lo stesso ha fatto Melania Trump: “I miei genitori mi hanno trasmesso valori come il fatto che si debba lavorare sodo per quello che si vuole nella vita, che la propria parola va rispettata e che bisogna fare quello che si promette di fare”. Entrambe hanno parlato del valore della famiglia e dei bambini: la Obama ha detto che “vogliamo che i nostri bambini – e tutti i bambini in questa nazione – sappiano che l’unico limite per i loro successi è la portata dei loro sogni e la loro disponibilità a lavorare per essi”. La Trump ha detto che “vogliamo che i nostri figli in questa nazione sappiano che l’unico limite per i loro successi è la portata dei loro sogni e la loro disponibilità a lavorare per essi”. E così via con i due copioni quasi uguali. Una scena ridicola che non poteva non essere notata.
Del resto che l’immagine della mogli di Trump fosse un rischio lo si sapeva da tempo. Alcuni mesi fa Frank Luntz, sondaggista repubblicano, a chi domandava come mai si vedesse così poco Trump insieme alla moglie, rispose che “Una delle ragioni va individuata nel fatto che l’elettore medio repubblicano ha una concezione molto tradizionale del matrimonio e Melania a tutto fa pensare tranne che alla mogliettina casa e chiesa”. Allora Donald Trump era solo uno dei candidati, ora è lui che avrà il compito di rappresentare il Partito Repubblicano americano alle presidenziali. Quindi è necessario presentare all’America (e al mondo) un’immagine diversa della possibile first lady (e di se stesso).
Quanto è avvenuto non deve sorprendere: da decenni i presidenti degli Usa non si fa altro che parlare di interesse comune, di pace nel mondo di salvaguardare l’ambiente, di senso di patria. Salvo poi prendere decisioni che fanno gli interessi delle multinazionali o delle grandi banche. Chi non ricorda la commozione del presidente Obama in occasione di una delle stragi da molti imputate alla facilità con cui molti possono reperire armi da fuoco. Davanti alle telecamere le lacrime scesero sulla faccia del presidente e fecero il giro del mondo. Obama dimenticò di dire ai telespettatori che gli Usa sono i maggior produttori di armi al mondo e, come se non bastasse anche i primi importatori di armi!
È normale, ad ogni elezione, ascoltare le stesse frasi, sentire le aspiranti first ladies recitare lo stesso copione e cercare di apparire nello stesso modo. Una volta eletto il marito, avranno tempo per tornare ad essere normali, magari continuando a dire quello che gli americani vogliono sentirsi dire.