VENEZUELA. Maduro si dice minacciato da Obama e da Uribe

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Il presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, insiste nel proclamarsi oggetto della pianificazione di attentati alla sua vita promossi dagli Stati Uniti e, forse questa è la novità, dalla Colombia.
“Abbiamo prove ed elementi sufficienti – ha dichiarato Maduro in occasione di con i lavoratori della metropolitana di Caracas – per pensare che ci sono piani diretti da Miami, da parte di Roger Noriega, e da Bogotà, da parte di Alvaro Uribe per farmi sparire fisicamente”. “Uribe – ha spiegato – è dietro a un piano per uccidermi”. Secondo Maduro, “Uribe è un assassino”, anche perché “sappiamo anche che ci sono settori della destra venezuelana in contatto con lui”. Il presidente venezuelano si è detto poi tranquillo e certo di potere contare sulla protezione del popolo e sulle Forze Armate.
Uribe, intervistato dalla Bbc, ha risposto che “All’accusa immatura della dittatura solo una risposta: ripetere le elezioni”.
Dal suo viaggio in America Latina si è fatto sentire anche il presidente Barak Obama, il quale ha informato che gli Stati Uniti stanno monitorando “la repressione nei confronti dell’opposizione” in Venezuela.
Per Obama gli Stati Uniti non hanno “un approccio ideologico. Il nostro approccio non ha radici nella Guerra Fredda. Il nostro approccio è basato sul rispetto dei diritti umani, della democrazia, della libertà di stampa e di riunione. Questi principi sono stati rispettati, in Venezuela?”. “Tutto il mondo  – ha concluso – sta tenendo d’occhio le violenze, le proteste e la repressione dell’opposizione”.