Sicurezza aeroportuale. Tecnologia ed expertise italiani sbarcano a Kuwait, ne parliamo con Giulia di Cato

di Vanessa Tomassini

Prima che io partissi la società che ha commissionato il corso ha avvisato gli addetti ai lavori che sarebbe arrivata una formatrice donna in Kuwait e la risposta era stata positiva. In effetti nonostante avessi qualche remora prima di partire, non essendo mai stata a lavorare in un paese arabo, devo dire che mi sono trovata molto bene e non c’è stato mai nessun problema, anzi conserverò un bellissimo ricordo”. È soddisfatta Giulia di Cato, esperta nella formazione del personale che utilizza strumentazioni di controllo per la sicurezza dell’aviazione civile, alla quale abbiamo chiesto un commento a caldo sull’esperienza come formatrice per la Kuwait Airwais. Oltre al fattore umano di cui vi avevamo già parlato, anche la tecnologia italiana è apprezzata in tutto il mondo, Di Cato ci racconta: “durante questi 8 giorni ho spiegato la tecnica Simulscan a raggi X agli addetti alla sicurezza del dipartimento cargo della compagnia di bandiera Kuwaitiana che necessitavano di due corsi di formazione, il primo specifico sulla tecnologia a raggi X, che in Italia utilizziamo da tempo, ed il secondo sulla rilevazione di materiale esplosivo, di cui mi occupo per ATS (Aviation Training Services ndr)”. Questi corsi sono necessari secondo le normative di sicurezza internazionale che invita ad utilizzare sempre il massimo delle tecnologie e delle conoscenze disponibili. “La mia permanenza in Kuwait sarebbe dovuta durare qualche giorno in più – aggiunge la Di Cato – per consentire un train-trainer, ossia la formazione di un docente che si occuperà della formazione successiva, ad ogni modo il mio lavoro non è terminato in quanto è mio compito è anche quello di accompagnare gli addetti ai lavori in questo percorso, in un’ottica di formazione costante che tenga conto dei nuovi rischi che sono in costante evoluzione. Per questo una volta all’anno è previsto un corso di aggiornamento e gli operatori, che ora sono in condizione di operare, devono continuare ad esercitarsi attraverso l’utilizzo di Simulscan, esattamente come avviene in Italia e in tutti i Paesi”. L’esperta è anche impegnata nell’associazione senza scopo di lucro Forum Security che si occupa di diffondere la cultura della sicurezza nella società a 360 gradi, con particolare attenzione al settore dei trasporti, che possono essere facilmente nell’obiettivo dei terroristi e per cui è necessaria una tecnologia che tenga conto dell’evoluzione di questi fenomeni.