Afghanistan. Arriva il capo del Pentagono, razzi durante la visita Kabul

di Marco Pugliese

Accoglienza di fuoco per Jim Mattis, capo del Pentagono, giunto a Kabul in Afghanistan. Sono caduti ben sei razzi nei pressi dell’aeroporto internazionale, fortunatamente senza provocare vittime. A dare l’annuncio del fallito attentato il ministero dell’Interno afgano, ed al momento non è giunta nessuna rivendicazione, per quanto l’azione sia stata in pieno stile “taliban”. I terroristi infatti sparano sulla capitale dalle colline che circondano la città, spesso però fallendo. I razzi sono quasi sempre obsoleti e poco funzionanti, ma in grado comunque di recare danno ed uccidere. In questo caso non ci sono state vittime e l’aeroporto non ha smesso di funzionare.
Mattis che era arrivato dall’India in compagnia del segretario Nato Jens Stoltenberg, ha così potuto continuare i suoi impegni. La visita di Mattis non è casuale, di fatto apre la via ai rinforzi americani in arrivo nei prossimi mesi. Rinforzi che porteranno gli uomini impiegati dagli Usa da 11mila a 14mila, impegnati in una guerra iniziata nel lontano 2001. L’obiettivo rimane quello di spezzare la resistenza talebana e consegnare al governo afgano un territorio finalmente amministrabile. Resta tuttavia molto difficile che ciò avvenga in breve tempo, soprattutto dopo le non brillanti offensive di primavera. Vi sarà anche un aumento del contingente italiano.
L’amministrazione Trump vorrebbe uscire il prima possibile dal “pantano di Kabul”, come il presidente si era impegnato in campagna elettorale. Agli Usa la guerra in Afghanistan costa risorse e denaro, inoltre a livello geostrategico ora è la Corea del Nord ad occupare i tavoli americani. La presenza Usa a Kabul e dintorni però, è bene ricordarlo, fondamentale anche in chiave anti-Cina. Non è nell’interesse americano ritirarsi da uno stato “ponte” tra l’estremo Oriente e ed il Medio Oriente, in piena via della Seta.