Africa. L’emergenza locuste colpisce da mesi la parte orientale del continente

di Alberto Galvi

Negli ultimi mesi in tutta l’Africa orientale si sono diffuse le locuste del deserto. Le prime enormi nuvole di insetti sono arrivate all’inizio dello scorso dicembre e sono entrate in Africa dallo Yemen 3 mesi fa. Nell’area interessata vivono 12 milioni di persone con scarse possibilità di accesso al cibo.
Questa tipologia di ortotteri ha divorato i raccolti in Etiopia, Kenya, Somalia, Tanzania con una voracità che non si è vista da decenni, minacciando milioni di persone in una regione già economicamente fragile, quando i raccolti erano già maturi e l’impatto degli insetti sulla produzione agricola era limitato. Il problema non è delimitato soltanto all’Africa, gli sciami di locuste stanno colpendo anche l’Arabia Saudita e il Pakistan.
A incrementare il fenomeno ci hanno pensato le piogge insolitamente intense, aiutate da un potente ciclone al largo della Somalia che lo scorso dicembre ha creato le condizioni più adatte per la riproduzione delle cavallette. Le locuste sono arrivate dalla penisola arabica dopo che i cicloni hanno scaricato grandi quantità di pioggia nei deserti dell’Oman, creando le condizioni perfette per riprodursi.
Le autorità ugandesi si sono precipitate ad utilizzare i pesticidi nelle aree colpite e hanno mobilitato migliaia di truppe per combattere questa tipologia di ortotteri che stanno deponendo innumerevoli uova che dovrebbero schiudersi entro poche settimane.
Inoltre il primo ministro ugandese Ruhakana Rugunda per evitare che le locuste provochino gli stessi danni già causati in altre parti della regione ha deciso di schierare 2 mila soldati per affrontare questa emergenza cercando attraverso i pesticidi di debellare il problema.
La scorsa domenica gli sciami sono entrati in Uganda nella regione nord-orientale di Karamoja, spostandosi verso il sud e minacciando così i campi coltivati che includono caffè, riso, mais e altri prodotti.
L’Uganda è uno dei maggiori esportatori di caffè e fagioli di tutta l’Africa. Se non messe sotto controllo, le autorità affermano che le locuste del deserto potrebbero presto minacciare la sicurezza alimentare in tutta l’area.
I principali paesi dell’Africa orientale non sanno come affrontare l’epidemia a causa delle scarse risorse economiche di cui dispongono e così la Somalia ha dichiarato l’emergenza nazionale e il Kenya ha mobilitato degli aerei per spruzzare pesticidi in 4 dei 9 stati del paese.
Finora gli sforzi per controllare l’emergenza non sono stati molto efficaci. L’unico paese che sembra aver trovato delle misure apprezzabili a contrastare l’invasione di cavallette sembra essere la Mauritania con l’utilizzo dei pesticidi spruzzati attraverso droni e aerei.
Questo sembra essere il metodo più efficace per combattere gli sciami di cavallette, ma i paesi della regione non hanno le risorse necessarie. Si teme che le locuste, presenti già in centinaia di miliardi, si moltiplicheranno ulteriormente, si stima che entro a giugno potrebbero crescere 500 volte quelli attuali.
Gli sciami si sono diffusi anche nel Sud Sudan, dove diversi milioni di persone stanno già affrontando la fame mentre il paese lotta per uscire da una guerra civile e questo potrebbe portare a un calo dei livelli nutrizionali dei bambini.
Questa emergenza ha avuto in questi giorni una risonanza mondiale grazie alla presenza nel continente africano di Mike Pompeo. Il segretario di Stato americano era in visita in questi giorni in diversi paesi africani come Senegal, Angola ed Etiopia per cercare di contrastare l’interesse crescente di Cina, Russia e di altre potenze come Francia e Regno Unito in Africa.
Mike Pompeo ha inoltre parlato dell’emergenza locuste, dicendo che gli Stati Uniti avrebbero fornito 8 milioni di dollari per contrastarne la diffusione in Kenya, Somalia ed Etiopia.