Al via la sessione Fao. Gentiloni, ‘necessario rinnovare i nostri sforzi partendo dai risultati’

di Giuliano Bifolchi

ROMA. È iniziata oggi a Roma la 40ma Sessione della Conferenza della FAO (Food Agriculture Organization), evento che durerà fino a venerdì 7 luglio e focalizzerà l’attenzione su principali problemi riguardanti la lotta alla fame, alla malnutrizione, alla povertà e le possibili strategie volte a favorire lo sviluppo sostenibile dell’agricoltura.
La cerimonia di apertura della Conferenza ha visto la partecipazione del primo ministro italiano Paolo Gentiloni, del segretario di Stato vaticano cardinale Pietro Parolin e del direttore della FAO José Graziano da Silva.
Gentiloni ha ringraziato la FAO per l’impegno profuso nella lotta ai problemi legati all’agricoltura ed al cibo sottolineando come il tema dello sviluppo sostenibile è oggi più che mai al centro dell’agenda internazionale. Secondo le statistiche riportate dal premier italiano, circa 800 milioni di persone oggigiorno soffrono la fame; il problema della malnutrizione e della fame è stato affrontato anche durante il G7 di Taormina dove è stata ribadita la necessità di combattere la denutrizione nel mondo, in particolare nell’Africa Sub-Sahariana. Secondo Gentiloni l’attenzione dovrebbe essere rivolta ai paesi del continente africano, come la Nigeria o il Sud Sudan, che stanno sperimentando o potrebbero sperimentare nel breve futuro una forte carestia e problemi significativi d’accesso al cibo.
“Dobbiamo rinnovare i nostri sforzi ripartendo dai risultati ottenuti negli ultimi 20 anni” ha affermato il premier italiano sottolineando come nelle ultime due decadi 1 miliardo di persone sono uscite dallo stato di povertà, la percentuale di coloro che soffrono di malnutrizione è stata dimezzata, l’accesso all’acqua potabile è migliorato in diverse zone del globo, e l’istruzione primaria, con la riduzione del gap tra uomini e donne, ha ricevuto un significativo impulso positivo.
“Entro il 2030 – ha aggiunto Gentiloni – la comunità internazionale dovrà porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la produzione agricola e lo sviluppo sostenibile. Negare il cibo vuol dire negare giustizia, uguaglianza e libertà”.
Di particolare interesse è stata la nota del premier italiano in merito alla pace: secondo Gentiloni la pace è un obiettivo che deve essere perseguito e raggiunto attraverso il miglioramento delle condizioni di vita e la lotta alla povertà ed alla fame. Per ottenere la pace occorre coltivare la giustizia ed allo stesso tempo bisogna sviluppare l’agricoltura in modo da fornire più cibo alle popolazioni, altrimenti ogni sforzo sarà vano e parziale.
Nel discorso del premier italiano il tema dei conflitti e delle migrazioni ha avuto un ruolo centrale visto che le guerre possono essere definite come il male maggiore della modernità ed insieme alle tensioni sociali ed all’instabilità politica influiscono sui flussi migratori. In tal senso il primo ministro italiano ha ringraziato e ribadito il proprio apprezzamento circa la decisione della FAO di dedicare la giornata mondiale dell’alimentazione alla tematica della migrazione (Change the future of migration. Invest in food security and rural development).
“Sono orgoglioso di ricordare di fronte a questa platea della FAO la straordinaria umanità degli italiani nel far fronte ai problemi dell’immigrazione”, ha affermato Gentiloni continuando il suo discorso. “L’Italia tutta è impegnata a far fronte a questi problemi e chiede aiuto e supporto all’Europa necessario per ridurre questi flussi prima che divengano insostenibili alimentando tensioni sociali evitate finora grazie allo spirito di solidarietà della comunità italiana. L’iniziativa italiana ha prodotto dei risultati e mi auguro che questi portino ai dei cambiamenti concreti”.
Il premier italiano ha concluso il suo intervento affermando che c’è bisogno di uno sforzo collettivo che dia la possibilità alle popolazioni che vivono in territori svantaggiati per motivi naturali, politici, o socio-culturali di non fuggire lontano verso altri paesi, ma invece di garantire un futuro migliore ai propri figli grazie allo sviluppo di sistemi agricoli che sostengano la produzione anche durante eventi straordinari (per esempio cataclismi) e che permettano un maggiore accesso al cibo.
“La sfida che abbiamo di fronte è eccezionalmente ambiziosa e richiede sforzi eccezionali. Ma possiamo vincere. Fino a qualche anno fa ci limitavamo a decidere il numero di individui minimi della malnutrizione, ma oggi abbiamo compreso che non è possibile accettare un mondo dove esista la malnutrizione. Per questo motivo c’è bisogno che ognuno, dai governi, alle organizzazioni fino ad arrivare alle associazioni ed ai singoli cittadini, si impegni in tale processo.”
Il Cardinale Pietro Parolin ha riportato le parole espresse da Papa Francesco in una lettera indirizzata ai partecipanti della Conferenza. Il Santo Padre ha focalizzato l’attenzione sulla solidarietà e sul bisogno di indirizzare lo sviluppo della comunità internazionale verso il progresso e la lotta alla fame.
Papa Francesco ha ribadito ulteriormente la necessità di ogni paese di aumentare il livello della nutrizione, la distribuzione effettiva degli alimenti e la produzione agricola; questi obiettivi però non possono essere spesso raggiunti perché, come è possibile constatare oggigiorno, molti paesi non sono in grado di fornire una risposta adeguata ai problemi legati allo sviluppo agricolo a causa dei loro mezzi di produzione limitati oppure delle condizioni naturali e socio-culturali presenti sul proprio territorio. È in questi casi, secondo il Santo Padre, che la FAO deve intervenire per aiutare i paesi bisognosi a programmare un piano d’azione idoneo.
Questo aiuto deve essere improntato sulla base del valore della solidarietà perché i problemi legati alla fame e alla malnutrizione sono il risultato di un fenomeno maggiormente complesso che abbraccia una serie di ulteriori fenomeni legati ai conflitti sociali, al terrorismo, ai problemi economici, ed ai disastri naturali.
Graziano da Silva ha costatato come sfortunatamente in questo biennio che ha seguito l’ultima conferenza della FAO non ha prodotto miglioramenti in merito alla lotta alla fame. Lo stesso direttore della FAO ha ribadito la preoccupazione espressa da Gentiloni circa la situazione attuale di alcuni paesi dell’Africa, in particolare il Sud Sudan, dove circa 20 milioni di persone soffrono la fame.
“La FAO è impegnata in 90 paesi, ognuno dei quali è interessato da conflitti che influiscono sui problemi legati alla malnutrizione e allo sviluppo agricolo. Da questo è possibile comprendere come molte delle persone che migrano non hanno altra soluzione che lasciare il proprio paese”, ha sottolineato Da Silva il quale poi ha espresso la necessità di un impegno maggiore da parte degli stati e dei finanziatori della FAO a sostenere la lotta alla fame ed alla povertà ed anche a favorire la risoluzione dei conflitti e la gestione e riduzione dei flussi migratori.