Anche il Kuwait invita i suoi a lasciare il Libano

di Guido Keller –

Preoccupazione da parte di diversi paesi per i fatti che stanno interessando il Libano, dove ormai non si contano più i focolai di scontri su riflesso di quanto sta accadendo nella confinante Siria.
Il Libano, che ha una popolazione composita di 4 milioni di abitanti, si trova in una situazione geografica incandescente, in quanto teatro di traffici e di interessi internazionali, quando non di mire terroristiche; nel 1982 le truppe israeliane invasero il paese arrivando fino a Beirut per sradicare la lotta armata palestinese, come pure nel 2006 vi furono pesanti scontri con gli Hezbollah.
Da allora, su Risoluzione dell’Onu, nella parte meridionale del paese si è stabilizzata una forza di interposizione, l’Unifil, dove l’Italia è presente mediamente con 1.100 unità (Legge 13 del 24 febbraio 2012).
Cristiani e musulmani di diverse confessioni hanno da sempre abitato il Libano, tanto che un patto risalente al 1943 stabilisce che il presidente della repubblica debba essere cristiano maronita, il primo ministro sunnita ed il presidente del parlamento sciita.
Oggi, a quanto ha comunicato l’agenzia ufficiale kuwaitiana Kuna, dopo gli Emirati arabi ed il Qatar, anche il Kuwait ha invitato i suoi cittadini a lasciare il Paese dei cedri nel timore che gli scontri di questi giorni fra sostenitori ed oppositori al regime siriano possano assumere proporzioni consistenti.