ARABIA SAUDITA. Altri 176 manifestanti arrestati, 15 donne

Ansa/Afp, 2 mar 13

arabiaProsegue in Arabia Saudita l’ondata di arresti di manifestanti, iniziata mesi fa, che chiedono il rilascio dei loro parenti prigionieri islamici detenuti a Buraida: 176 perone, tra cui 15 donne sono finite in manette ieri, come riferisce l’agenzia ufficiale del regno, Spa. Un portavoce della polizia ha detto che gli arresti sono avvenuti perche’ i manifestanti si sono rifiutati di mettere fine all’assembramento di fronte alla sede della procura di Buraida. In Arabia Saudita le forme pubbliche di protesta sono vietate, per cui la polizia e’ arrivata quasi immediatamente. I manifestanti sono accusati – ha spiegato il portavoce della polizia – di ”strumentalizzare” i casi di persone accusate di crimini e attivita’ legati a gruppi islamici estremisti vicini ad al Qaida per cercare di ”provocare reazioni nell’opinione pubblica”. Dal settembre scorso, quasi quotidianamente, gruppetti di donne danno vita a sit-in davanti alle carceri per chiedere il rilascio dei loro famigliari detenuti, spesso non assistiti da un avvocato. Nella prigione di al-Malaz si trova Bahia al-Rashudi, figlia del 76enne riformista di primo piano Suliaman al-Rushudi, arrestato nel 2007 insieme ad altre 16 persone e condannato a 15 anni di carcere nel novembre 2011. Tra le accuse a carico della donna arresta durante una manifestazione ci sono: ”infedelta’ al re” e, soprattutto, l’aver fondato l’Associazione saudita per i diritti civili e politici. ”Rashudi sta affrontando anche altre accuse, tutte derivanti dall’esercizio pacifico del suo diritto alla liberta’ di associazione” denuncia Human Rights Watch, che da tempo ne chiede l’immediato rilascio.