Arabia Saudita. Missile houthi colpisce deposito dell’Aramco, vicino al circuito di F1

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Gli houthi yemeniti hanno lanciato un missile su un deposito dell’Aramco, la compagnia saudita del petrolio, situato a Gedda, a pochi chilometri dal circuito dove erano in corso le prove libere del Gran Premio dell’Arabia Saudita di Formula 1. Non si tratta del primo attacco del genere, dal momento che proprio l’Arabia Saudita guida la coalizione che vede coinvolti che vede coinvolti Egitto, Sudan, Giordania, Marocco, Bahrain e Emirati Arabi Uniti, i cui bombardamenti si susseguono sullo Yemen pressoché quotidianamente dal 2015. Il missile sarebbe stato sganciato da un drone, ed immediatamente è stata sospesa la seconda prova per la competizione sportiva.
I sauditi hanno denunciato che sono almeno 16 gli attacchi lanciati negli ultimi giorni dallo Yemen, per cui le autorità hanno chiesto una riunione del Consiglio i sicurezza dell’Onu. Nonostante questo sono continuati anche oggi i bombardamenti sauditi sullo Yemen, un’attività che non si è mai dimostrata risolutiva e che ha invece ucciso più civili che miliziani.
Con una nota la Farnesina ha condannato “i gravi attacchi compiuti ai danni di infrastrutture civili ed energetiche in Arabia Saudita e rivendicati dai ribelli Houthi, che violano il diritto internazionale e mettono a rischio la sicurezza regionale”. “L’Italia – continua la nota – ribadisce il proprio sostegno agli sforzi di mediazione delle Nazioni Unite in Yemen”.
Il conflitto dello Yemen ha preso il via nel gennaio 2015 a seguito del golpe degli houthi, dietro al quale vi sarebbe l’Iran: per mesi i ribelli avevano chiesto invano alcuni riconoscimenti come l’inserimento di 20mila appartenenti alla minoranza sciita nelle forze armate governative, l’assegnazione di 10 ministeri e l’inclusione nella regione di Azal, di Hajja e dei governatorati di al-Jaw. L’intervento della coalizione a guida saudita ha permesso la ripresa di una parte dei territori, in particolare del governatorato di Aden, roccaforte del presidente Abd Rabbo Mansour Hadi, mente la capitale e la zona dei principali impianti petroliferi resta saldamente in mano ai ribelli sciiti
La guerra, che vede un terzo schieramento in al-Qaeda, è costata fino ad oggi 20mila morti soprattutto civili, ma la cifra si alza in modo verticale se si considerano le vittime indirette dell’epidemia di colera e della pandemia da Covid-19. Sono oltre 3 milioni gli sfollati.