di Alberto Galvi –
Il governo di Erevan ha intentato una causa presso l’ICJ (International Court of Justice) nei confronti dell’Azerbaigian, accusando decenni di violazioni dei diritti, inclusa la guerra dello scorso anno per il Nagorno Karabakh. L’ICJ è il tribunale dell’ONU per la risoluzione delle controversie tra paesi, ma ancora deve esserne stabilita la competenza sul caso.
Entrambi i paesi sono stati firmatari della Convenzione internazionale sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale, ma per via dei combattimenti tra settembre e novembre l’Armenia ha accusato le forze azere di aver distrutto il patrimonio culturale e religioso armeno e di aver preso di mira infrastrutture civili.
Le truppe azere hanno cacciato le forze armene da aree che controllavano dagli anni ’90, all’interno e intorno alla regione del Nagorno-Karabakh. A quell’epoca i separatisti sostenuti dagli dichiararono l’indipendenza dall’Azerbaigian, cosa che ha comportato una guerra che ha provocato circa 10mila morti.
L’Azerbaigian durante il conflitto ha accusato le forze armene di crimini di guerra.
L’alleato dell’Armenia, la Russia, si è rifiutata di intervenire militarmente protendendo per il dialogo, mentre l’Azerbaijan ha potuto contare sull’appoggio della Turchia.
A seguito dei colloqui trilaterali la Russia ha dispiegato diverse migliaia di peacekeeper nel Nagorno-Karabakh, ma stando alle accuse armene dal cessate-il-fuoco del 10 novembre l’Azerbaigian avrebbe continuato a perpetrare violenze di ogni genere nei confronti di prigionieri di guerra armeni, ostaggi e altre persone detenute. L’Armenia pertanto ha deciso di chiedere all’ICJ di ritenere l’Azerbaigian responsabile di violazioni.