Bangladesh. La premier Hasina ha risposto duramente allo sciopero dei lavoratori dell’industria tessile

di Alberto Galvi

Il primo ministro del Bangladesh Sheikh Hasina ha risposto duramente allo sciopero dei lavoratori dell’industria tessile sulle retribuzioni, in cui vi sono stati scontri mortali. Dopo che i sindacati hanno respinto l’offerta del governo, il primo ministro Sheikh Hasina ha respinto le richieste dei lavoratori per un aumento salariale.
I leader sindacali hanno espresso preoccupazione per il fatto che le sue parole avrebbero potuto provocare ulteriore violenze da parte della polizia e delle forze di sicurezza. Nelle ultime due settimane grandi proteste hanno provocato almeno tre morti. Un comitato nominato dal governo ha concordato di aumentare il salario minimo del 56,25 per cento, a 113 dollari. Tuttavia i sindacati hanno rapidamente rifiutato l’offerta, chiedendo invece 208 dollari, per cui i disordini sono continuati.
La polizia ha denunciato violenze nelle principali città industriali di Gazipur e Ashulia, fuori dalla capitale Dhaka, dopo che più di 25mila lavoratori hanno organizzato proteste nelle fabbriche e lungo le autostrade per respingere l’offerta del comitato salariale. Per i sindacati l’aumento proposto dal comitato non corrispondeva all’impennata dei costi del cibo, degli affitti delle case, dell’assistenza sanitaria e delle tasse scolastiche per i loro figli.
Le 3.500 fabbriche di abbigliamento del Bangladesh rappresentano circa l’85 per cento dei 55 miliardi di dollari di esportazioni annuali del paese, fornendo molti dei marchi più importanti del mondo. Ma le condizioni sono terribili per molti dei quattro milioni di lavoratori del settore, la stragrande maggioranza dei quali sono donne la cui paga mensile parte da 75 dollari.
Dalla scorsa settimana, le proteste hanno anche provocato il saccheggio di oltre 70 fabbriche. La polizia ha arrestato più di 100 manifestanti, tra cui diversi leader sindacali, con l’accusa di violenza e vandalismo. Gli Stati Uniti hanno condannato la violenza contro i lavoratori che protestavano, essendo uno dei maggiori acquirenti di capi di abbigliamento prodotti in Bangladesh.