Brasile. Ballottaggio: la sfida è tra Lula e Bolsonaro

di Alberto Galvi

Il Brasile si sta preparando al ballottaggio del prossimo 30 ottobre che contrappone Luiz Inácio Lula da Silva per la sinistra contro Jair Bolsonaro, il presidente in carica di estrema destra. Bolsonaro ha ricevuto al primo turno 6,1 milioni di voti in meno rispetto a da Silva, ma il suo Partito Liberale ha superato il Partito dei Lavoratori di Lula, diventando il partito più numeroso al Senato.
I risultati ufficiali del primo turno hanno visto Lula ottenere il 48,4 per cento rispetto al 43,2 per cento di Bolsonaro. I restanti voti sono andati agli altri nove candidati. Lula doveva ottenere più della metà dei voti per evitare un testa a testa contro Bolsonaro, che si è rivelato molto più forte di quanto previsto dai sondaggi.
Alcuni sostenitori di Lula sono rimasti delusi dal fatto che l’ex presidente non sia riuscito a vincere al primo turno. Lula è diventato un eroe per molti brasiliani, quando la sua espansione dei programmi di assistenza sociale durante i suoi due mandati tra il 2003 e il 2010 aveva aiutato milioni di brasiliani a uscire dalla povertà.
Dopo aver lasciato l’incarico Lula è rimasto coinvolto in uno scandalo di corruzione che lo ha portato in prigione per un anno e mezzo. Poi la sua condanna è stata annullata nel 2019 e ha lanciato la sua campagna per la presidenza. Si è candidato a questa carica per la sesta volta.
Il secondo posto di Bolsonaro è stato ben lontano dalla sua facile vittoria alle elezioni presidenziali del 2018 a causa della gestione della pandemia di COVID-19, con il Brasile si è ritrovato con secondo per numero di morti per coronavirus come confermato al mondo dopo gli Stati Uniti, un’economia stagnante, un’alta inflazione e una disoccupazione in crescita e un aumento della povertà. Inoltre le sue dichiarazioni di denuncia delle istituzioni democratiche brasiliane e la peggiore deforestazione della foresta pluviale amazzonica degli ultimi 15 anni hanno allontanato dal leader di destra molti elettori.
Al suo primo mandato Bolsonaro è stato portato al potere da una coalizione che includeva evangelici, fabbricanti di armi e altri conservatori che erano attratti dalla sua promessa di sostenere i valori familiari tradizionali e che erano disgustati dagli scandali di corruzione che giravano intorno a da Silva e al suo Partito dei Lavoratori.
Anche in occasione questa campagna elettorale le opinioni intransigenti del presidente Bolsonaro sulla criminalità di strada e sul conservatorismo religioso, insieme al suo approccio al libero mercato come regolamentazione economica e ambientale, hanno risuonato in molte parti del Brasile.
Durante la campagna elettorale da Silva ha invece promesso un ritorno ai suoi primi due mandati, quando ha costruito un vasto programma di assistenza sociale.