Brexit. La Camera dei Comuni boccia (sonoramente) il piano di May

di Elisabetta Corsi

L’accordo sulla Brexit negoziato da Theresa May con l’Unione Europea non ha superato lo scoglio della Camera dei Comuni, ed è stato rigettato sonoramente con 432 contro 202, più del doppio, mandando in fumo due anni di intense trattative. In 118 deputati conservatori hanno votato con i laburisti dando una batosta ad un governo che non si vedeva nel Regno Unito dal 1924, quando perse per 166 voti. La sconfitta della May, che ha già fatto sapere di non volersi dimettere, apre molti scenari tra cui la possibilità di nuovo referendum, eventualità che i sondaggi indicano ben accetta dalla maggior parte della popolazione; non è tuttavia scartata la possibilità di una Brexit senza accordo, uno scenario visto dai più come catastrofico sia per i commerci che per gli stranieri europei che vivono e lavorano in Gran Bretagna; terza ipotesi potrebbe essere quella di un accordo sul modello norvegese, cioè di libero scambio delle merci e di parziale libera circolazione delle persone senza essere parte dell’Unione Europea.
Theresa May deve già oggi affrontare un voto di sfiducia sostenuto dai laburisti e in particolare dal leader Jeremy Corbin, il quale ieri a caldo ha detto che “La questione più importante è che il governo ha perso la fiducia del Parlamento e del Paese”.
Per May “Il voto di stasera (ieri sera, ndr.) non dice nulla su come o anche se si intende onorare la decisione che il popolo ha preso in un referendum”, ed ha aggiunto che “I cittadini dell’Ue qui e i cittadini del Regno Unito nell’Ue meritano chiarezza il più presto possibile”, come pure la gente in generale e le imprese.
Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, ha affermato via Twitter che Londra deve comunicare quanto prima le sue intenzioni anche nel rispetto dei passi che attendono Regno Unito e Unione Europea per concludere il percorso di divorzio; Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, ha dichiarato che data la difficoltà di un accordo i britannici potrebbero prendere in considerazione l’ipotesi di cancellare la Brexit.
Nel caso May superasse il voto di sfiducia verrebbe inevitabilmente chiamata a produrre un piano B entro tre giorni, come era già stato comunicato nei giorni scorsi. E, stando ai suoi sostenitori, prevedendo quanto sarebbe accaduto la pasionaria britannica si sarebbe già data da fare.