Catalogna. Commissariata la Generalitat. Tutti in Ue si schierano con Madrid

di Guido Keller

L’applicazione dell’articolo 155 della Costituzione, conseguente alla dichiarazione di indipendenza del Parlamento regionale Catalano, si è tradotta con l’assunzione diretta da parte del premier Mariano Rajoy del governo della Generalitat, con i ministri che per delega hanno preso il posto dei vari assessori. A dare il via libera è stato, come da procedura, il Senato su richiesta del Consiglio dei ministri, ed ora i vari esponenti dell’avventura indipendentista rischiano l’arresto con l’accusa di sedizione, a cominciare da Carles Puigdemont per arrivare al numero uno dei Mossos d’Esquadra, la polizia regionale, Josep Lluís Trapero.
Verso di lui è già stata formalizzata l’indagine, come pure nei confronti di Jordi Sanchez e di Jordi Cuixart, rispettivamente leader di Asamblea Nacional Catalana e di Omnium Cultural, le due principali associazioni indipendentiste promotrici della consultazione referendaria.
Intanto i vari governi europei stanno esprimendo pieno sostegno alla linea di Madrid, e da Bruxelles il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha twittato che “l’Unione Europea non ha bisogno di nuove fratture”. Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha affermato che “per l’Unione Europea non cambia nulla. La Spagna rimane l’unico interlocutore”, ma ha detto di sperare che “il governo spagnolo favorisca la forza del dialogo e non il dialogo di forza”.
Il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani ha scritto in un comunicato che “La dichiarazione d’indipendenza votata dal Parlamento catalano è una violazione dello Stato di diritto, della Costituzione spagnola e dello Statuto dell’Autonomia Catalana, che sono parte del quadro normativo dell’Unione europea. Nessuno nell’Unione europea riconoscerà questa dichiarazione. Ora più che mai, è necessario ristabilire la legalità come base per il dialogo e garanzia della libertà e dei diritti di tutti i cittadini catalani”.
Per l’Italia è intervenuto il ministro degli Esteri Angelino Alfano: “L’Italia non riconosce e non riconoscerà la dichiarazione unilaterale di indipendenza proclamata oggi dal Parlamento regionale della Catalogna. Si tratta, infatti, di un gesto gravissimo e fuori dalla cornice della legge. Per questo motivo, esprimiamo una ferma condanna e, al tempo stesso, l’auspicio che si possa ripristinare un dialogo, nel rispetto della Costituzione spagnola, per risparmiare alla popolazione un escalation di tensione, ben lontana da un Paese unito e dalla forte impronta europeista come la Spagna”.
A Puigdemond non è insomma arrivato il sostegno sperato dall’Unione Europea in nome del diritto all’autodeterminazione dei popoli, come pure va considerato che difficilmente la Spagna non avrebbe posto il veto all’entrata di un’ipotetica “Repubblica di Catalogna” nella Casa comune. Poi, come se non bastasse, vi è stata ed è tutt’ora in corso la fuga delle aziende anche importanti come gruppi bancari ed energetici, già 900, cosa che smentisce le rassicurazioni date all’elettorato dal capo della Generalitat.