Catalogna. Puigdemont: l’Onu accetta di esaminare il ricorso per violazione dei diritti civili

di Elisabetta Corsi

La commissione dei diritti umani dell’Onu ha accettato di esaminare il ricorso di Carles Puigdemont, ex governatore della Catalogna e possibile nuovo presidente ma dovrà pronunciarsi prossimamente in merito alla denuncia. Le motivazioni sono da ricercare nel fatto che Madrid, secondo la sua opinione, avrebbe violato il suo diritto ad essere eletto e la conseguente libertà di espressione e associazione. Quindi la Spagna avrebbe contraddetto la “Dichiarazione Universale dei Diritti Umani” e la “Carta dei diritti civili e politici”. Rivendica il suo diritto a candidarsi alle elezioni, il suo diritto alla libertà di associazione con altri partiti politici e politici secessionisti con l’obiettivo di ottenere l’indipendenza dalla Spagna.
Un ricorso che risale al 1 marzo e che è già stato accettato, quindi abbastanza in tempi brevi, ed ora la Spagna ha sei mesi di tempo per presentare osservazioni e informazioni in merito. Un altro politico catalano, Jordi Sanchez, al momento detenuto si è appellato all’Onu nei giorni scorsi. Per questi casi il Palazzo di Vetro ha chiesto alla Spagna di tutelare in via cautelare i diritti politici di Sanchez mentre per il leader non si è ancora espressa. Questa decisione non pregiudicherà le azioni di governo e magistratura e i dossier otterranno debita risposta entro sei mesi. Puigdemont ha inoltre scoperto di avere una cimice spagnola nell’auto da lui utilizzata per spostarsi e in questo modo è stato ritrovato in Germania e arrestato in una stazione di servizio per fare benzina, nel momento in cui stava attraversando il confine con la Danimarca di rientro dalla Finlandia, dove si era recato per una conferenza all’università.
Così si è infiammata la protesta in tutta la Catalogna con tafferugli e manifestazioni di massa. Le strade e autostrade sono state bloccate al traffico dall’alba da barricate di giovani indipendentisti che chiedevano a gran voce la libertà per i prigionieri politici e promettevano di restare tutta la notte a manifestare. Anche Barcellona è stata teatro di un boicottaggio e a causa di questo è stato interrotto per un’ora il traffico tra Diagonal e sulla Meridiana, due delle più grandi arterie della città.
Ora si attende la decisione della Germania sulla detenzione e di conseguenza sulla possibilità di estradizione del leader catalano in Spagna. Madrid dal canto suo ha fatto sapere che questa è una faccenda da risolversi in casa e quindi solo all’interno dell’ordine e costituzionale spagnolo. Dal carcere di Neumunster, dove è detenuto, ha fatto sapere tramite i suoi avvocati che non smetterà di lottare, che non si arrenderà mai e che ha piena fiducia nella giustizia tedesca in merito ad un’eventuale estradizione. In ogni caso la decisione verrà presa dopo le feste pasquali, che quindi il leader catalano trascorrerà in carcere.
Al lavoro anche il governo catalano per permettere a Puigdemont di diventare a tutti gli effetti presidente nonostante il divieto del governo centrale. Quindi la battaglia è ancora aperta e non sarà senza esclusione di colpi.