Cile. Respinta la nuova Costituzione

di Alberto Galvi

Lo scorso 17 dicembre oltre il 55 per cento dei cileni ha respinto la nuova costituzione, lasciando in vigore il testo redatto durante la dittatura di Augusto Pinochet. A favore il 44 per cento dei votanti.
La proposta costituzionale è stata redatta da un comitato dominato dal Partito Repubblicano conservatore, che avrebbe rafforzato i diritti di proprietà e i principi del libero mercato, e avrebbe incluso limiti all’immigrazione e all’aborto. Il risultato arriva più di un anno dopo che i cileni hanno rifiutato categoricamente una costituzione di tipo progressista. Il leader del Partito Repubblicano José Antonio Kast ha espresso disappunto per il risultato. Secondo il presidente del Cile Gabriel Boric, il paese è diventato polarizzato e diviso.
Dopo che circa un milione di manifestanti sono scesi in piazza nel 2019 per chiedere cambiamenti radicali, vi è stata una spinta per sostituire l’attuale costituzione, adottata durante la dittatura militare di Pinochet. Sebbene il Cile sia uno dei paesi più ricchi e stabili dell’America Latina, presenta alcuni dei più alti livelli di disuguaglianza di ricchezza nel mondo sviluppato.
Per redigere la nuova costituzione i cileni hanno eletto nelle assemblee costituzionali medici, ingegneri, avvocati, agricoltori, assistenti sociali ed altri. Questi organismi hanno poi creato costituzioni lunghe e complicate. Il mese scorso il presidente di sinistra Gabriel Boric ha dichiarato che questo sarebbe stato il suo ultimo tentativo di riformare la costituzione, per concentrarsi sulla stabilità e sullo sviluppo a lungo termine del paese.