Cina. Esercitazioni militari in contrasto agli Usa nel Mar Cinese Meridionale

di Alberto Galvi

La Cina condurrà esercitazioni militari nel Mar Cinese Meridionale, pochi giorni dopo essersi lamentata del fatto che un gruppo di portaerei statunitensi avesse navigato nelle acque contese. Un avviso emesso dalla MSA (Maritime Safety Administration) del Paese vietava l’ingresso in una porzione di acque nel Golfo del Tonchino a ovest della penisola di Leizhou, nella Cina sud-occidentale, dal 27 gennaio al 30 gennaio, ma non includeva dettagli su quando si sarebbero svolte le esercitazioni.
Lo scorso 23 gennaio il TRCSG (Theodore Roosevelt Carrier Strike Group) è entrato nel Mar Cinese Meridionale per condurre operazioni di routine. La USS Theodore Roosevelt ha guidato un gruppo di navi nel suddetto tratto di mare tra cui l’incrociatore missilistico di classe Ticonderoga USS Bunker Hill e i cacciatorpedinieri con missili guidati di classe Arleigh Burke USS Russell e USS John Finn.
La TRCSG fa parte della 7ma flotta, la più grande dispiegata della Marina degli Usa e impiega tra 50 e 70 tra navi e sottomarini nel Pacifico occidentale e nell’Oceano Indiano. La 7ma flotta opera e interagisce regolarmente con 35 nazioni marittime nella regione indo-pacifica.
Negli ultimi anni la Cina ha rivendicato la sovranità sull’intero mare, costruendo basi militari su affioramenti rocciosi e schierando la sua guardia costiera e la milizia marittima. Lo strategico Mar Cinese Meridionale, attraverso il quale fluiscono migliaia di miliardi di dollari di scambi ogni anno, è stato a lungo al centro della contesa tra Pechino e Washington, con la Cina particolarmente irritata dall’attività militare statunitense.
Gli Usa inviano spesso navi e aerei nel Mar Cinese Meridionale. Le acque sono rivendicate anche dagli Stati costieri come Vietnam, Malesia, Filippine, Brunei e Taiwan.
Il gruppo di portaerei è entrato nel Mar Cinese Meridionale nello stesso momento in cui Taiwan ha riferito di incursioni di 13 aerei da guerra, inclusi bombardieri con capacità nucleare, nella parte sud-occidentale della sua ADIZ (Air Defence Identification Zone), suscitando preoccupazione a Washington. Gli Usa, come la maggior parte dei Paesi, non hanno legami diplomatici formali con Taiwan, ma sono i loro più importanti sostenitori internazionali, nonostante il disappunto della Cina.