Cina. La Santa Sede riconosce il vescovo di Shangai nominato dal governo

di Alberto Galvi

Papa Francesco ha ceduto lo scorso 15 luglio alla nomina unilaterale da parte del governo cinese del nuovo vescovo di Shanghai, Joseph Shen Bin. Tre mesi fa era stato il governo cinese a scegliere il vescovo a capo della posizione vacante della diocesi, ennesima dimostrazione che l’accordo del 2018 tra la Cina e la Santa Sede non sta funzionando. I dettagli completi dell’accordo non sono mai stati resi pubblici, ma Francesco ha affermato di avere l’ultima parola nel processo di nomina dei vescovi. L’intesa ha regolarizzato lo status di diversi vescovi e aperto la strada a nuove nomine, ma in Cina continuano a esservi una Chiesa cattolica patriottica, cioè ufficiale, ed una sotterranea fedele all’autorità del pontefice, spesso perseguitata. Le stime sul numero totale dei cattolici cinesi oscillano tra i sei e i 12 milioni.
La Cina e il Vaticano non intrattengono relazioni diplomatiche dal 1951 in seguito all’ascesa al potere dei comunisti e all’espulsione dei preti stranieri.