Nagorno Karabakh. L’Azerbaigian. Accusa Russia e Armenia di non rispettare il cessate-il-fuoco

di Alberto Galvi

Azerbaigian e Armenia hanno tenuto lo scorso 15 luglio un nuovo round di colloqui di pace mediati dall’UE, ed anche la Russia si è offerta di ospitare nuovi colloqui di pace nel tentativo di riaffermare il suo ruolo guida nel processo di normalizzazione.
Le critiche del governo azero alla Russia sono arrivate quando il presidente azero Ilham Aliyev e il primo ministro armeno Nikol Pashinyan si sono incontrati a Bruxelles per colloqui volti a risolvere il decennale conflitto per il controllo del Nagorno Karabakh. Oltre all’UE, anche gli Stati Uniti hanno spinto le parti a raggiungere un accordo di pace.
Dal crollo dell’Unione Sovietica, Azerbaigian e Armenia hanno combattuto due guerre per il Nagorno Karabakh, regione che fa parte dell’Azerbaigian ma popolata da circa 120mila persone di etnia armena. Dopo pesanti combattimenti e un cessate-il-fuoco mediato dalla Russia, l’Azerbaigian nel 2020 ha conquistato aree che erano state controllate dalla popolazione di etnia armena dentro e intorno all’enclave.
Da allora Baku e Yerevan stanno discutendo un accordo di pace in cui i due paesi dovrebbero accordarsi sui confini, appianare le divergenze sull’enclave e sbloccare le relazioni. Le tensioni tuttavia sono divampate di nuovo all’inizio di questa settimana, con il blocco dell’Azerbaigian e la chiusura dell’unico collegamento terrestre tra il Karabakh e l’Armenia.
La Russia è pronta a organizzare un incontro tra i tre ministri degli Esteri, che potrebbe essere seguito da un vertice di Mosca per firmare un trattato di pace. Nell’ultimo anno e mezzo la Russia è stata distratta dalla guerra in Ucraina e rischia di veder diminuire la sua influenza, nonostante il suo tradizionale ruolo di mediatore nella regione.