Corea del Nord. Martedì il vertice sulle Olimpiadi, ma Moon vuole spingersi oltre

di Francesco Cirillo

C’è molta attesta per l’incontro che si terrà domani nella zona demilitarizzata, dopo che le autorità nordcoreane hanno accettato la proposta del presidente sudcoreano Moon Jae-in di un vertice per discutere della partecipazione degli atleti di Pyongyang ai Giochi olimpici invernali e a quelli Para-olimpici che si terranno a partire dal 9 febbraio. Moon tuttavia punta a un vero e proprio disgelo fra i due paesi, ed ha già avvertito che il “miglioramento dei rapporti non può essere separato” dalle questioni missilistiche e nucleari. Anche il ministro degli Esteri della Corea del Sud Kang Kyung-wha, ha puntualizzato in un intervento di oggi che “il governo guarda oltre la partecipazione alle Olimpiadi di PyeongChang per considerare come migliorare le relazioni intercoreane e cercare una collaborazione stretta con la Comunità internazionale per tentare di portare alla denuclearizzazione della Corea del Nord”.
Il presidente sudcoreano si è comunque già portato avanti chiedendo al collega ed alleato statunitense Donald Trump la sospensione delle continue esercitazioni militari per il periodo in cui si terranno i Giochi, cioè fino a marzo inoltrato, un gesto che il leader nordcoreano Kim Jong-un dovrebbe interpretare positivamente. Il nocciolo della questione vede infatti i due paesi tecnicamente ancora in guerra in quanto non è mai stata firmata la pace dal conflitto 1950 – 1953, e contestualmente gli Usa mantengono nelle proprie basi in Corea del Sud circa 33mila militari, da anni vengono compiute esercitazioni navali e militari e soprattutto lì gli Usa hanno istallato armi di ogni genere, in pratica sotto la casa del nemico.
Con il suo discorso di inizio anno, intriso di minacce agli Usa (“sulla mia scrivania c’è il bottone del nucleare… che non useremo per primi”), Kim ha quindi aperto ad un rapporto più morbido con i cugini a sud, ma nel contempo ha messo Trump in un angolo lasciandolo solo a fare la voce grossa.
La richiesta della ripresa del dialogo viene quotidianamente caldeggiata dalle due potenze confinanti, la Russia e la Cina, le quali in più occasioni hanno chiesto agli Usa una de-escalation che cominci con la cessazione delle continue esercitazioni militari in Corea del Sud. Anche il Giappone, sorvolato in più occasione dai missili nordcoreani, ha interesse che si arrivi a una de-escalation, per cui il governo di Abe sta sostenendo con forza la riuscita del vertice di domani.