Corea del Nord. Si è disintegrato il missile che preoccupava la comunità internazionale

di Enrico Oliari –

Figuraccia della Corea del Nord dopo che il tanto annunciato missile che avrebbe dovuto lanciare in orbita un satellite ufficialmente destinato al controllo delle alluvioni, ha fatto cilecca e si è disintegrato pochi minuti dopo la partenza.
Secondo le intenzioni ufficiali e propagandistiche del regime, l’operazione avrebbe dovuto coincidere con i festeggiamenti per il centenario della nascita di Kim Il-sung, primo presidente – dittatore della repubblica e progenitore dei due successivi leaders, Kim Jong Il e l’attuale Kim Jong-un.
Soprattutto sarebbe servito per testimoniare urbi et orbi ciò che la Corea del Nord vorrebbe essere, ma non è, e nascondere ciò che è, ma che non vorrebbe essere: un paese impegnato nella produzione di armamenti, ma con la continua spada di Damocle delle carestie, dove i gulag ‘ospitano’ decine di migliaia di oppositori politici e dove i diritti umani sono quotidianamente calpestati.
Così, annunciato in modo roboante, il missile è caduto in mare, disintegrando in un sol colpo la boriosità del regime di Pyongyang, mentre non è venuta meno la preoccupazione della comunità internazionale che, dietro quel lancio, vi vedeva e vi vede tutt’ora il test di un missile balistico ad alto potenziale, tanto che a Tokyo erano state schierate le batterie da difesa Patriot.
Persino la Cina, tradizionale alleata della Corea comunista, aveva chiesto al regime di tornare sui suoi passi ed oggi proteste o, come si suol dire nei termini diplomatici, ‘vive preoccupazioni’, sono state espresse un po’ da tutti, in particolare per la violazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza Onu nn. 1874, 1695 e  1718 dall’India e dal G8.
Serghiei Lavrov, ministro degli esteri russo, ha chiesto “alla Corea del Nord di evitare passi che possano alimentare l’escalation nella penisola” e nel contempo ha comunque detto di aspettarsi “anche da tutti gli Stati presenti nella regione la massima moderazione e responsabilità”.
Nel frattempo la Corea del Sud, nelle cui acque sono finite parti del missile, sta cercando di recuperarne i pezzi: Seul era, ovviamente, la più allarmata per il lancio del razzo ed i servizi segreti del paese sono stati i primi a parlare di “test di un missile balistico” contrabbandato per il festeggiamento in ricordo del “Grande Leader”.