Crisi in Siria e Iraq. Re Abdullah cerca l’intesa strategica con al-Sisi

di Antonio Lamanna

abdullah con al-sisiNella notte fra venerdì 20 giungo e sabato si è svolto il Summit fra il re saudita Abdullah e il neo-presidente egiziano al-Sisi per discutere sulla crisi in Siria e in Iraq. Contrariamente alla tradizione diplomatica, che prevede di accogliere i visitatori all’uscita dell’aereo con un evento cerimoniale, l’incontro si è svolto a bordo dell’aereo reale nell’aeroporto del Cairo.
Alla riunione hanno partecipato il primo ministro egiziano Ibrahim Mahlab, il ministro della Difesa Sedky Sobhi, il ministro delle Finanze Hany Kadry e il ministro degli Affari Esteri Sameh Shoukry. Mentre da parte saudita erano presenti l’ambasciatore in Egitto Ahmed Kattan, il ministro degli Affari Esteri principe Saud Al-Faisal, il ministro delle Finanze Ibrahim Bin Abdulaziz Al-Assaf.
Il portavoce presidenziale egiziano Ehab Badawi ha dichiarato a Mena news che i due leader hanno discusso delle relazioni bilaterali tra i due Paesi e in particolare delle posizioni da adottare nei confronti delle crisi in Siria e Iraq, dove il consolidamento di governi alleati all’Iran sciita di Hasan Rohani stanno mettendo in difficoltà il fronte arabo-sunnita.
Durante l’incontro Abdullah, ritornato al Cairo per la prima volta dalla deposizione di Mubarak nel 2011, ha proposto al leader egiziano di indire la conferenza “Friends of Egypt”, per sostenere l’economia egiziana nel prossimo periodo, a causa del periodo di instabilità che ha dovuto affrontare negli ultimi anni.
L’Arabia Saudita è stato uno dei principali sostenitori della presidenza di al-Sisi. La monarchia, insieme a Kuwait e Emirati Arabi Uniti, ha sostenuto finanziariamente l’Egitto con 20 miliardi di dollari in aiuti finanziari dalla cacciata di Morsi nello scorso luglio. Da parte sua, al-Sisi ha affermato i sentimenti di stima e di affetto da parte della leadership egiziana, del popolo e dello Stato verso l’Arabia Saudita. Ha aggiunto che “l’Egitto raggiungerà la condizione di cui è degno, con l’aiuto dei suoi stati fratelli, guidati dall’Arabia Saudita”.
La visita di Abdullah, durante il consolidamento dell’influenza in Iraq occidentale dei miliziani dell’Isil, ha un significato più profondo. Riad ha posto l’Egitto al centro di una politica regionale volta a frenare l’avanzata iraniana.
Quanto Fawaz Gerges, esperto di Medio Oriente presso la London School of Economics, ha dichiarato a Reuters è che il sostegno saudita al nuovo governo egiziano è parte di una strategia più ampia, non solo contro gli islamisti, ma anche per stabilire l’Egitto come un baluardo al pericolo sciita. “L’Arabia Saudita sta cercando di costruire praticamente un muro di stati arabi sunniti per scoraggiare l’influenza iraniana nel cuore arabo”.