di Saber Yakoubi –
Fonti saudite hanno riportato che il presidente egiziano Abdel Fatah al-Sisi ha messo a disposizione del governo saudita mille chilometri quadrati nel Sinai meridionale. La cosa è avvenuta in occasione della visita di questi giorni al Cairo del potente principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, conosciuto come “Mbs”, il quale conta di servirsi del territorio che l’Egitto ha messo a disposizione nel quadro della costruzione della città di Neum e più in generale del programma Vision 2030. Questo comporta 2mila miliardi di dollari investimenti a partire dai 500 miliardi di dollari destinati al progetto della città-resort di lusso nel nord-ovest del paese, nonché in isole del Mar Rosso da trasformare in centri balneari per turisti spendaccioni.
A maggior ragione dopo che nel 2016 la Corte costituzionale egiziana ha recepito l’accordo sui confini marittimi firmato il giorno precedente dai governi egiziano e saudita sulla sovranità delle isole fino allora contese di Tiran e Sanafir.
La terra affittata all’Arabia Saudita si trova situata lungo il Mar Rosso ed il progetto rientra in una joint venture da 10 miliardi di dollari annunciata dai due paesi.
Le fonti saudite hanno riferito che il Regno costruirà sui territori presi in locazione, che rientreranno nel progetto Neum, 7 attrazioni turistiche tra città e progetti diversi, 50 resort e 4 piccole città, mentre l’Egitto si concentrerà nello sviluppo delle località di Sharm El Sheikh e Hurghada.
L’incontro dell’erede al trono saudita e Abdel Fatah al-Sissi è destinato a far scorrere molto inchiostro, perchè secondo diversi osservatori molte cose non sono state rese note e certamente vi è il proposito dei due leader di consolidare il loro ruolo governativo, tanto discusso quando contestato, si pensi ai numerosi arresti di principi e dignitari dei mesi scorsi in Arabia Saudita.
