Forum euroasiatico: i risvolti economici della pandemia

Il dialogo delle potenze riparta dal settore energetico.

di Alessandro Bertoldi * –

Il 22 ottobre si è aperto a Verona il XIII Forum Economico Eurasiatico. Il tema principale del Forum è stato “Nuove realtà dell’economia mondiale dall’Atlantico al Pacifico”. Quest’anno al Forum hanno partecipato Romano Prodi, presidente Fondazione per la Collaborazione tra i popoli, nonché ex capo della Commissione europea e due volte presidente del Consiglio dei ministri; Denis Manturov, ministro dell’Industria e del Commercio della Federazione Russa; Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo economico del governo della Repubblica Italiana; Andrey Kostin, capo della banca russa VTB; Emma Marcegaglia, presidente dell’Eni; Patrick Pouyanné, presidente e amministratore delegato del Total; Antonio Fallico, presidente del Consiglio di amministrazione della Banca Intesa e presidente dell’associazione Conoscere Eurasia; Federico Sboarina, sindaco di Verona, e molti altri politici e rappresentanti della comunità imprenditoriale. Si sono tenute delle sessioni dedicate ai modelli di ripresa economica post-crisi, alla ricerca di un nuovo ordine geopolitico, alle prospettive di sviluppo dell’industria del gas, alla crescente importanza delle tecnologie genetiche e finanziarie, al superamento delle disuguaglianze sociali e della povertà, oltre a una serie di ulteriori argomenti attuali. In particolare, nell’ambito della sessione speciale “Il futuro dell’industria petrolifera: un nuovo sguardo strategico sulla domanda, l’offerta e l’equilibrio del mercato nella ricerca di un nuovo modello di sviluppo socio-economico” i partecipanti hanno discusso delle prospettive dell’industria energetica e del potenziale della transizione all’energia verde nelle nuove condizioni di mercato. Durante la sessione, il suo rapporto intitolato “Ritorno alla crescita” ha presentato il ceo della compagnia petrolifera russa Rosneft, Igor Sechin e Alessandro Cassieri, Rai Paris – Bureau Chief Italy, ha partecipato nel ruolo di moderatore.
L’economia mondiale sta attraversando un periodo di turbolenza e incertezza senza precedenti. Per la fine di quest’anno è previsto un crollo per l’economia mondiale e le prospettive per il 2021 dipenderanno dal successo della lotta alla pandemia di COVID-19, ha dichiarato il capo della Rosneft, Igor Sechin, durante la sua presentazione al Forum.
L’approccio più razionale e produttivo per la comunità mondiale non può e non deve più essere quello dello scontro. Al contrario è fondamentale unire le forze per affrontare la sfida che è stata posta all’umanità.
La collaborazione non può che partire dalle grandi potenze. Russia, Ue e Stati Uniti devono collaborare superando le divergenze preesistenti e abbandonando le politiche sanzionatorie attualmente portate avanti che hanno danneggiato entrambe le parti.
Le leve delle sanzioni utilizzate dagli Stati Uniti e dall’Ue, nell’ultimo periodo, sono per altro passate a un livello completamente nuovo in cui non è più richiesta alcuna giustificazione per l’imposizione di sanzioni potendo essere imposte quasi in qualsiasi momento contro qualsiasi azienda o anche individuo. Le sanzioni sono e continueranno ad essere un ostacolo alla ripresa del mercato e dell’economia globale che non possiamo più permetterci.
La pandemia ha mostrato l’instabilità del modello di economia mondiale esistente caratterizzato da lunghe catene di trasporto e produzione. Il ruolo del mercato interno come strumento per sostenere l’economia di fronte alla volatilità del mercato globale crescerà vorticosamente. I Paesi tenteranno di garantire la stabilità delle proprie economie attraverso politiche protezionistiche favorendo la regionalizzazione del commercio e la localizzazione della produzione.
Queste politiche non sono tuttavia applicabili nel settore energetico e portano a conseguenze devastanti sia per i produttori che per i consumatori di risorse energetiche. Non tutti i Paesi hanno infatti le stesse risorse e le stesse tecnologie, ma tutti necessitano di energia.
In quest’ottica un rapporto dialogante e collaborativo sarà ancor più indispensabile, soprattutto in tale settore.
Garantire l’interazione con i paesi produttori, come la Russia, è una garanzia di sicurezza sia energetica che economica, e l’importanza di questa interazione non farà che aumentare nel tempo.

* Direttore esecutivo Istituto Milton Friedman.