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Tibet, continua la repressione di Driru: chiusi due monasteri, monaci arrestati

AsiaNews – Le autorità comuniste del Tibet hanno chiuso con la forza i monasteri di Drongma e Rabten, nella contea di Driru, da alcuni mesi al centro di una campagna di resistenza contro le imposizioni del governo alla popolazione locale. Le forze di sicurezza locali hanno circondato i due luoghi di studio e di culto, arrestando 8 monaci. Nel novembre 2013, le autorità hanno arrestato anche la leadership del monastero di Drongma: il venerabile Kalsang Dhondup, uno degli anziani, è ancora in galera.
Sempre dalla stessa contea veniva anche Geshe Ngawang Jamyang, monaco e studioso molto amato dalla popolazione locale, che è stato picchiato a morte in carcere dopo l’arresto, avvenuto in novembre insieme a due amici mentre si trovava in vacanza a Lhasa, capitale provinciale.
La zona è nota per essere stata il centro di una campagna di resistenza contro le nuove norme sulla “lealtà allo Stato” imposta da Pechino. Una fonte locale spiega al Phayul: “I comunisti hanno paura dell’instabilità di Driru, perché temono che possa scatenare un effetto domino sulle altre aree del Tibet. Per questo hanno lanciato da settembre 2013 una ‘Campagna di rieducazione del pensiero’ contro i monaci e i novizi”.
Dal lancio della campagna, il governo locale ha annunciato “dure punizioni” per chi si rifiuta di adempiere ad alcuni obblighi, fra cui l’esposizione della bandiera cinese e la proibizione di parlare in lingua tibetana; chi protesta rischia l’espulsione da scuola o il licenziamento, la sospensione dei trattamenti medici e il divieto di coltivare le piante mediche, una delle principali fonti di sostentamento economico del distretto.