Francia. Ablyazov (marito della Shalabayeva) non sarà estradato in Russia

di Enrico Oliari –

Il Consiglio di Stato francese ha disposto che il “dissidente” kazako Mukhtar Ablyazov non venga estradato in Russia, come richiesto da Mosca, poiché dietro alla richiesta della magistratura russa vi sarebbe “un obiettivo politico”.
La sentenza recita infatti che “la convenzione europea di estradizione prevede che non venga concessa quando ci siano ragioni serie per credere che abbia la finalità di giudicare un individuo per le sue opinioni politiche o che la situazione dell’individuo corra il rischio di aggravarsi in ragione di questa” decisione.
Il caso di Ablyazov, che è stato immediatamente scarcerato, è noto in Italia per l’espatrio forzato della moglie Alma Shalabayeva e della figlia di 6 anni, prelevate dalla sua villa di Casal Palocco il 28 maggio 2013, condotte nel Cie di Ponte Galera (avevano anche un passaporto falso) e quindi imbarcate su un aereo per il Kazakistan, dove poi, grazie all’interessamento dell’allora ministro degli Esteri Emma Bonino, è stato concesso loro di lasciare il paese dietro il versamento di una cauzione e di rientrare in Italia, dove ora godono dello status di rifugiate politiche.
Il prelievo di Shalabayeva e figlia avvenne con un blitz che vide impegnata una cinquantina di agenti, di cui era informato l’ambasciatore kazako Andrian Yelemessov.
Per quell’”espatrio forzato” sono poi stati indagati dirigenti di polizia e un giudice, ed in novembre il procuratore di Perugia Luigi De Ficchy e i sostituti Antonella Duchini e Massimo Casucci hanno rinviato a processo due dirigenti di Polizia, Renato Cortese, attuale direttore del Servizio Centrale Operativo e all’epoca dei fatti capo della squadra mobile di Roma, e Maurizio Improta, già capo dell’Ufficio Immigrazione e oggi questore di Rimini.
La decisione di oggi del Consiglio di Stato Francese va tuttavia letta in chiave politica e di tensioni con la Russia, poiché Ablyazov è di tutto fuorché un “dissidente politico”: imprenditore e politico, oppositore dell’eternamente presidente Nursultan Nazarbaev (è in carica dal 1990, c’era ancora l’Unione Sovietica), Ablyazov è un ex banchiere e politico, oggetto di investigazioni da parte dell’Alta corte del Regno Unito per l’accusa di essersi appropriato indebitamente, tra il 2005 e il 2009, di 3,7 miliardi di dollari dalla BTA Bank. Nel 2002, quando era ministro, Ablyazov è stato dichiarato colpevole di abuso di potere e condannato a sei anni di prigione, ma molti osservatori internazionali, tra cui il Parlamento europeo e Amnesty International, hanno definito le accuse nei suoi confronti come politicamente motivate ed hanno riferito che in carcere l’uomo sarebbe stato oggetto di violenze e persino di torture. Liberato dopo 10 mesi, Ablyazov si è spostato a Mosca per ricostruire i propri rapporti d’affari e nel 2005 è diventato presidente del consiglio di amministrazione della BTA Bank. In Kazakistan si è ritenuto che con le risorse raccolte dirottando capitali, ha finanziato gruppi di opposizione e mass media indipendenti del Kazakistan, tradendo così la sua promessa di lasciar perdere la politica in cambio della liberazione.
I crediti offerti dalla BTA Bank non erano controbilanciati dai depostiti, per cui la banca si è trovata con crediti insoluti del 1100% in pochi anni; dalla Russia è stato emesso il mandato di cattura nei suoi confronti, in quanto imputato di reati finanziari, compresa una frode per 5 miliardi di dollari.
Nel 2011 Ablyazov si è recato in Gran Bretagna, dove ha ottenuto il permesso di rifugiato politico, e poi in Francia, dove è stato arrestato.