G7: nuove indagini sull’origine del Covid. Gli Usa insistono, ‘viene dal laboratorio militare di Wuhan’

di Guido Keller

La questione dell’origine del Covi-19 verrà affrontata al G7 in programma per domani in Cornovaglia, con gli Usa che spingono per nuove indagini nonostante la commissione congiunta di Oms (Organizzazione mondiale della sanità) e Cina inviata a Wuhan in gennaio avesse escluso la fuga dal laboratorio militare di livello 4, il massimo nella scala di sicurezza, dando come quasi cera l’origine animale.
Il media statunitense Bloomberg è venuto in possesso della bozza che verrà sottoposta ai membri del G7 (Italia, Francia, Usa, Gb, Germania, Canada e Giappone), dove oltre alla pretesa di una nuova inchiesta vi sarà anche l’impegno a che vengano distribuite nel mondo un miliardo di dosi di vaccino, cosa possibile nel momento in cui, come vogliono Usa e Unione Europea, verranno tolti i brevetti alle case produttrici.
Per la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen serve “una nuova inchiesta che preveda la possibilità per chi la conduce di avere libero accesso alle informazioni e ai luoghi”, ed il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha affermato che “occorre piena trasparenza per trarre le giuste lezioni e per questo sosteniamo tutti gli sforzi per fare chiarezza: il mondo ha il diritto di sapere cosa è successo”.
Tuttavia è soprattutto la Casa Bianca ad insistere per nuove indagini, segno che manca la fiducia nel lavoro svolto dalla commissione congiunta Oms-Cina. Il governo di Pechino viene così messo con le spalle al muro, dal momento che un rifiuto alle richieste del G7 potrebbe comportare una serie di reazioni a catena nel campo diplomatico ma anche in quello commerciale.
Già il mese scorso il presidente Usa Joe Biden aveva chiesto all’intelligence di fornire entro tre mesi un rapporto indicante l’origine del Covid-19, se animale o se da incidente di laboratorio, una linea dura e non in contrapposizione a quella del predecessore Donald Trump, seppure presentata con meno folklore. Trump, che parlava di “China-virus”, aveva infatti riportato di rapporti della Cia che davano il virus uscito per errore dal laboratorio militare di Wuhan, e le immagini satellitari dei parcheggi degli ospedali pieni, le informazioni trapelate ma non confermate e i camion carichi di urne cinerarie avevano fatto pensare a molti che le autorità cinesi avessero mentito circa i dati, che oggi indicano nel paese con più di un miliardo e mezzo di abitanti solo 91mila casi accertati e 4.636 decessi. In India, paese con un miliardo e 300 milioni di abitanti, i casi accertati sono 29,2 milioni, mentre i decessi sono 356mila; negli Usa i casi accertati sono 33,4 milioni, mentre i morti sono 598mila; in Brasile i casi accertati sono 17,1 milioni, i decessi sono 484mila.
I dati che non tornavano e le informazioni in ritardo sull’epidemia di coronavirus avevano spinto il presidente Donald Trump a ritirare un anno fa gli Usa dall’Oms. Il rientro degli Usa nell’organismo dell’Onu non ha significato comunque un appiattimento delle posizioni sulla pandemia, tanto che in marzo il segretario di Stato Usa Antony Blinken ha affermato che “la Cina ha aiutato (i tecnici dell’Oms) a scrivere il rapporto”, da qui l’incarico di Biden all’intelligence di fare chiarezza.