GIBUTI. Guelleh spodesta i militari Usa da Obock e mette i cinesi

Notizie Geopolitiche –

gibuti cartinaGibuti si sta trasformando sempre di più nella “base delle basi”, e per il piccolo paese del Corno d’Africa, che conta appena 880mila abitanti, quello di affittare spazi ai militari sta diventando la prima risorsa nazionale.
In ottobre i genieri del Sesto reggimento della Task force Trasimeno del Sesto Reggimento Genio pionieri di Roma hanno aperto una base che può ospitare fino a 300 militari italiani, i giapponesi sono arrivati nel 2011, i francesi sono nell’ex colonia da sempre, poi ci sono i tedeschi, gli statunitensi sono 4mila e dalla base di Camp Lemonnier inviano i droni su tutta l’area.
La notizia dell’arrivo dei cinesi risale a maggio ed era stata comunicata dal presidente gibutino Ismail Omar Guelleh, e la cosa ha trovato oggi conferma nell’intervento del comandante delle forze Usa in Africa (Africom) generale David Rodriguez, il quale nel corso di una conferenza stampa, ha detto che i militari di Pechino “Costruiranno una base a Gibuti, così avranno la loro prima base militare in Africa”.
Agli statunitensi è stato ordinato di lasciare il sito a Obock, nel Nord del paese, per consentire ai militari cinesi di costruire la propria base navale, che dovrebbe ospitare circa 10mila uomini e garantire alle entrate dello Stato 100 milioni di dollari. Un hub che “amplierà il loro raggio di azione” anche nel settore commerciale, ha sottolineato Rodriguez.
Gibuti non è il primo paese dell’Africa che si sta mettendo nelle mani dei cinesi, tanto che Guelleh ha stretto rapporti con Pechino per la costruzione di infrastrutture come porti e aeroporti, ovviamente da parte dei cinesi, con i materiali cinesi e con prestiti delle banche cinesi.