Ginevra 2. Trattative arenate: le delegazioni si accusano a vicenda di voler fare fallire il tavolo

di Fabrizio Montagner

ginevra 2 delegazione siriana grandeI colloqui del “Ginevra 2” sulla Siria si sono al momento arenati nello scambio di accuse fra la delegazione di Damasco e le opposizioni su chi vuole far fallire il tavolo. Per il viceministro degli Esteri siriano, Faisal Muqdad, “il problema è che queste persone non vogliono fare la pace; sono venute qui con delle precondizioni”, mentre “noi siamo naturalmente pronti a sederci nella stessa stanza. Per questo siamo venuti qui”.
Le due posizioni si presentano quindi inconciliabili al punto che l’inviato di Onu e Lega Araba Lakhdar Brahimi ha pensato di riunire le delegazioni in aule separate, cosa che però ha ulteriormente indispettito gli emissari di Bashar al-Assad, i quali hanno attribuito la decisione ad una specifica richiesta delle opposizioni; queste chiedono che sia applicato a priori quanto deciso in occasione del “Ginevra 1” del dicembre 2012, ovvero che venga avviato un periodo di transizione senza il presidente siriano al-Assad.
Anche i francesi, alleati degli insorti, hanno accusato la delegazione di Damasco di voler abbandonare la seduta, ed il portavoce del Quai d’Orsay, Romain Nadal, ha fatto sapere che “Se si ritirano, si assumeranno la responsabilità di un fallimento”. Parigi ha inoltre chiesto a Damasco segnali concreti di disponibilità al raggiungimento della pace, ovvero il cessate-il-fuoco, l’aumento del sostegno umanitario, l’accesso degli oppositori ad alcune aree del territorio e la liberazione dei prigionieri.
La ventilata minaccia del ministro degli Esteri Walid al-Muallem di “lasciare Ginevra se entro sabato non ci saranno sedute di lavoro serie” è in contrapposizione con quanto avrebbe impartito lo stesso al-Assad, ovvero, come ha dichiarato il ministro dell’Informazione Omran al-Zoghbi, “chiare direttive” affinché si lavori al “successo” del processo negoziale con l’opposizione: “Stiamo insistendo sul successo del percorso politico e non abbiamo intenzione di complicarlo”, ha affermato al-Zoghbi, anche lui presente a Ginevra. Ha inoltre aggiunto che la delegazione di Damasco è giunta nella città svizzera con “la mente aperta e una volontà nazionale libera, sovrana e indipendente”. “Nessuno – ha aggiunto il ministro – “né i grandi paesi né le istituzioni, né gli Stati regionali, possono dettarci il linguaggio e le condizioni”. “Tuttavia un processo politico o qualunque altro passo non possono avere alcun significato fino a quando pistole e spade sono ancora puntate sul collo dei cittadini”, ha insistito il ministro siriano, per cui “il dialogo a Damasco è in corso, lavoreremo per approfondirlo con tutti i partiti di opposizione che non sono stati invitati alla conferenza di Ginevra”.