Gli USA in Uganda per fermare la mattanza dei bambini. In cambio del petrolio

di Guido Keller –

Dura dal 1987 la guerra civile nell’Uganda del Nord, dove il Lord’s Resistance Army (LRA, Resistenza armata del Signore) continua nel tentativo di rovesciare il governo di Kampala, guidato dal primo ministro Apolo Nsibambi, per insediarvi una teocrazia cristiana fondata sul rigoroso rispetto dei Dieci comandamenti.
Vista così la questione della ‘LRA’ potrebbe apparire come una barzelletta, se non fosse che il movimento guidato da Joseph Kony, il quale si ritiene un medium e viene visto dalla sua popolazione di etnia acholi come pura espressione di Dio, è accusato sia dal governo ugandese che dalla Corte penale internazionale di 12 delitti contro l’umanità (omicidio, stupro, riduzione in schiavitù, schiavismo sessuale) e di 21 crimini di guerra, perpetrati in special modo nei confronti dei bambini: sono oltre 20.000, stando alle accuse, i minori forzatamente strappati alle famiglie ed inseriti nelle file dei combattenti o trasformati in oggetto di abuso sessuale da parte dei comandanti ribelli.
Di recente le organizzazioni per i diritti umani hanno inoltre lanciato appelli per denunciare i continui sconfinamenti dell’LRA nel territorio della Repubblica democratica del Congo e in particolare nei villaggi del distretto di di Dungu, dove, dal 2007, la LRA avrebbe ucciso quasi 3mila persone e rapito 755 bambini e 1.427 adulti.
L’Uganda ha apertamente accusato il Sudan di sostegno ai rivoltosi ed oggi il ministro degli esteri, Henry Oryem Okello, ha accolto il primo dispiegamento di soldati statunitensi inviati su richiesta di Kampala per sconfiggere un nemico, la LRA, troppo spesso dato per morto.
Gli USA, si sa, vedono solo i crimini contro l’umanità nei paesi ove è possibile ottenere un proprio tornaconto, tant’è che nel 1994 chiusero un occhio ed anche due sul genocidio del Ruanda: come ha denunciato la TV panaraba al-Jazeera, Washington ha deciso di inviare forze nel paese africano solo dopo che sono stati individuati ricchi giacimenti di petrolio, specialmente nelle zone del lago Albert.