Grecia. I ministri delle Finanze girano la palla ai leader. Tre giorni ad Atene per approvare le riforme

di Guido Keller

Schaeuble grandeL’ottimismo seguito alla presentazione della proposta di accordo del greco Euclid Tsakalotos ai creditori (Bce, Fmi, Bce) è scemato oggi davanti alla prova dell’Eurosummit, al termine del quale i 19 ministri delle Finanze dell’eurozona hanno consegnato un’Europa spaccata in due, ed un documento prontamente girato ai capi di Stato e di governo ben lontano dall’”oxi” del referendum.
L’accordo ci sarebbe anche, ma, come ha spiegato il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, “Ci sono ancora due grandi questioni aperte e sta ai capi di governo definirle”. Gli ha fatto eco il Commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, il quale ha spiegato che “Abbiamo fatto progressi, ma ci sono ancora punti di divergenza da colmare. Adesso tocca ai capi di Stato e governo”.
I 19 ministri hanno convenuto sul fatti che Atene abbia la necessità di un “programma con bisogni finanziari tra 82-86 miliardi”, e che la Grecia debba restituire 7 miliardi entro il 20 luglio e altri 5 per metà agosto.
Berlino, con il mastino Wolfgang Schaeuble, ha continuato e continua ancora a spingere per una “Grexit” transitoria, ovvero per una sospensione della Grecia dall’euro per un periodo di cinque anni, e, nonostante il francese Francois Hollande avesse detto che “Non esiste una Grexit provvisoria, o c’è o non c’è”, il ministro tedesco e la sua cordata di “falchi” stanno cercando di far prevalere loro linea.
Fatto sta che il tiro alla fune vede in particolar modo da una parte la Finlandia, la Germania, l’Olanda e la Slovacchia, e dall’altra i contrari alla Grexit, cioè la Francia, l’Italia, la Spagna e Malta, ma anche il presidente della commissione Ue, Jean Claude Juncker: al momento, diciamo così, la bandierina della fune è già nel territorio dei primi, ma gli altri sono ancora in piedi.
Per il finlandese Alex Stubb “Abbiamo fatto molti progressi sulle condizioni”, ed è stato stilato un “documento che va ai leader che chiede alla Grecia riforme da fare in parlamento entro il 15 luglio, come pensioni, Iva e privatizzazioni”, mentre il ministro belga delle Finanze, Johan Van Overtveldt ha osservato che è stata raggiunta un’intesa al 90%.
L’accordo chiede alla Grecia due importanti impegni: approvare entro tre giorni in parlamento un piano consistente di riforme e (qui è stato Schaeuble) trasferire a un fondo beni pubblici per 50 miliardi, quale garanzia per intraprendere un serio processo di privatizzazioni.
Come se non bastasse, anche sulla questione del taglio del debito l’hanno spuntata i falchi, per cui nel documento girato ai capi di Stato e di governo si legge che “L’Eurogruppo sottolinea che nessun haircut (cioè taglio del debito, ndr) può essere intrapreso. Le autorità greche reiterano il loro impegno inequivocabile a onorare i propri obblighi finanziari con tutti i creditori pienamente e nei tempi stabiliti”. Ed ancora, “L’Eurogruppo è pronto a considerare possibili misure addizionali per ammorbidire ulteriormente il servizio del debito greco, se necessario, per assicurare che le necessità finanziarie restino a un livello sostenibile. Queste misure, incluso un allungamento del periodo di garanzia e dei periodi di ripagamento, saranno condizionate alla piena implementazione delle misure da concordare in un possibile nuovo accordo tra le istituzioni (i creditori, ndr.) e la Grecia e saranno considerate solo dopo il completamento positivo della prima fase”.

Nella foto: il ministro tedesco delle Finanze Wolfgang Schaeuble.