Grecia. Pronto il pacchetto per il prestito da 53,5 miliardi. E’ lacrime e sangue, altro che “oxi”!

di Enrico Oliari –

tsakalotos grandeA guardare la proposta della Grecia c’è da pensare che nulla sia cambiato e che lo Tsipras che puntava i piedi, il Varoufakis in motocicletta e maniche di camicia, e soprattutto il referendum dell’”oxi” siano semplicemente il sogno di una notte di mezza estate.
Fatto sta che, in barba ai proclami, il piano che domani la Grecia presenterà alla Troika (torniamo pure a chiamare così!) è lacrime e sangue esattamente come lo furono quelli dei governi precedenti. D’altronde sul piatto ci sono 53,5 miliardi di prestiti entro il 2018, cosa che porterà il complessivo del denaro dato dai creditori a quasi 300 miliardi di euro, cioè a circa 27.300 euro per ogni greco, compresi i neonati, i pensionati e i carcerati.
Il piano è stato elaborato a Parigi da Euclid Tsakalotos con l’aiuto di esperti francesi, “un’assistenza inestimabile”, ha dichiarato ieri al Guardian una fonte prossima ai lavori.
E già ieri sera alle 22,30 il pacchetto di riforme è stato presentato all’Eurogruppo per analizzarlo quanto prima, dal momento che la liquidità sta per esaurirsi e il presidente dell’Associazione bancaria greca, Louka Katseli, ha avvertito che i bancomat potranno erogare denaro al massimo fino a lunedì.
Il piano, che verrà presentato già domani e non domenica come si era detto, prevede una manovra di 12 miliardi anche per evitare di sprofondare nella recessione dopo mesi di trattative che, a quanto pare, sono servite solo a creare fumo e a far perdere tempo prezioso.
Per prima cosa sparirà lo sconto dell’Iva previsto per le isole; aumenterà l’Iva sul catering e sui ristoranti al 23% (era al 13%), mentre quella degli hotel passerà dal 6.5 al 13%.
Vi sarà un aumento delle imposte agli armatori e la tassa sui beni di lusso passerà dal 10 al 13%; pagheranno di più anche le imprese, dal 26% al 28%, ed è introdotto un contributo di solidarietà sul reddito; soldi arriveranno anche dalla tassa sugli immobili dopo che verrà fatta la revisione catastale, sparirà il contributo di solidarietà per pensionati entro il 2019.
Per il capitolo pensioni è previsto un risparmio fra lo 0,25-0,50% del pil nel 2015 e l’1% dal 2016 in poi, nel paese dell’Eurogruppo dove le pensioni incidono sul Pil per il 10%, contro una media europea del 2,5%; le pensioni baby verranno progressivamente cancellate attraverso il meccanismo dei disincentivi, e soprattutto l’età pensionabile salirà a 67 anni entro il 2022.
A tempo di record Tsakalotos porterà in parlamento ad Atene la proposta, ma già si intravedono nubi sulla maggioranza.
Il presidente francese Francois Hollande ha già definito le proposte come “serie e credibili” e ha detto che il “programma” indica la determinazione della Grecia a restare nella zona euro. Ha quindi auspicato che le discussioni riprendano “con la volontà di concludere”.
Il premier italiano Matteo Renzi, che a Roma ha ricevuto il collega irlandese Enda Kenny, ha detto che “Speriamo di non rivederci anche domenica: vuol dire che l’accordo sulla Grecia può essere fatto anche nella giornata di sabato dai ministri dell’Economia”.
Italia e Francia tirano la cordata dei paesi che vogliono evitare a tutti i costi la paventata Grexit.

Nella foto: il ministro delle Finanze greco Euclid Tsakalotos.