Il caso (diplomatico) delle opere olandesi rubate e ricomparse in Ucraina

di Dario Rivolta* –

Ucraina opere olandesi tubateCi capita spesso di leggere notizie che suscitano la nostra curiosità e per alcuni giorni sono riprese con l’aggiunta di nuovi particolari. Poi più niente. Possiamo così aspettare di sapere cosa sia successo “dopo”: nulla, e la notizia scompare. Non sapremo mai come sia finita la vicenda che tanto ci aveva interessato. E’ come se ci dessero da leggere un libro giallo avvincente e, quando ci aspettiamo di leggere il nome dell’assassino, ci troviamo in mano solo pagine bianche. A noi questo non piace e non vorremmo cadere nello stesso andazzo.
Abbiamo quindi cercato di capire come fosse finita la questione di quei quadri, rubati in Olanda e riapparsi mesi dopo a Kiev in Ucraina. Fummo, allora, i primi in Italia a dare la notizia di cosa fosse successo (venne ripresa poco dopo da Repubblica) e la ricapitoliamo per i lettori che non l’avevano letta.
Nel gennaio 2005, dal museo Westfries di Hoorn, una cittadina a circa 50 km da Amsterdam, furono rubati ventiquattro quadri antichi di autori olandesi assieme a una settantina di manufatti in argento.
Nell’estate del 2015 due uomini identificandosi quali inviati dell’Organizzazione dei nazionalisti ucraini, contattarono l’ambasciata olandese a Kiev affermando di poterli restituire in cambio di un “premio” di cinquanta milioni di euro.
Gli esperti inviati da Amsterdam accertano che i dipinti sono realmente quelli sottratti al museo ma scoprono anche strani legami dei ricattatori con i servizi segreti ucraini. Il direttore del museo, in una conferenza stampa, accusò esplicitamente membri del governo di complicità con i ricattatori. Accusa naturalmente smentita da Kiev appena si muovono anche le diplomazie e il governo del presidente Petro Poroshenko assicura che farà di tutto perché il maltolto sia restituito senza dover pagare tangenti ai malfattori. Poi passano i mesi, i contatti tra il museo e il governo vanno avanti, ma della restituzione dei quadri nemmeno l’ombra.
E arriviamo ai nostri giorni. Nello scorso aprile, circa un anno dopo lo scoppio dello scandalo, il ministro degli esteri ucraino, Pavlo Klimkin, annuncia che finalmente i quadri saranno restituiti, ma solamente dopo che saranno compiute le dovute verifiche e saranno seguite le procedure stabilite (da chi?). Lo ha affermato, interrogato sull’argomento, durante Poroshenko grandeun incontro a Kiev con i membri della European Business Association.
Ha anche aggiunto che due dei quadri erano già stati rintracciati prima che si svolgesse in Olanda il referendum contro l’associazione dell’Ucraina alla Ue ma che si era voluto tenere segreta la notizia per continuare la ricerca dei restanti. Ai mal pensanti viene il dubbio che non fu annunciata per non dare altri argomenti di dubbio a quegli elettori olandesi che già avevano una cattiva opinione dei nuovi politici ucraini, ma tant’è…
A tutt’oggi, e nonostante l’attuale capo dei servizi segreti ucraini SBU abbia affermato che gli esperti hanno confermato trattarsi proprio dei quadri rubati, nessun dipinto è ancora stato restituito. Al contrario, il ministro Klimkin ha lanciato l’idea che, forse, una parte dei dipinti sia addirittura in territorio russo o perfino nelle mani dei ribelli del Donbass. Sarebbe una cosa ben strana che la refurtiva possa essere finita lì quando chi ne aveva vantato il possesso, esibendo fotografie e chiedendo un riscatto milionario, apparteneva esattamente a un gruppo considerato tra i più spietati combattenti nazionalisti. Suona ancora più incredibile se si pensa che il tecnico olandese che aveva incontrato i ricattatori aveva fatto i nomi addirittura dell’ex capo dei servizi segreti ucraini, Valentin Nalyvaychenko e del capo del Movimento nazionalista Freedom, Oleg Tyahnybok.
Sta di fatto che, dopo le dichiarazioni del ministro nello scorso aprile, il museo olandese non ha più avuto notizie e ha fatto sapere di avere dei dubbi che il governo di Kiev voglia veramente mai restituire il malloppo.

*Già deputato, è analista geopolitico ed esperto di relazioni e commercio internazionali.