Il mistero di Gareth Williams, agente del MI6

di Giovanni Caprara

Williams garethL’uomo era definito riservato, introverso, cortese e con pochi amici. Apparentemente nessuno aveva motivi di astio verso di lui, ma nonostante questo il suo corpo venne ritrovato senza vita in circostanze piuttosto bizzarre: nudo, chiuso in un borsone con un lucchetto esterno e le chiavi all’interno della sacca stessa. Il borsone era sistemato dentro la vasca da bagno del suo appartamento. Questa situazione si prospettò agli investigatori il 23 agosto del 2010. Il defunto si chiamava Gareth Williams, definito il prodigio del Secret Intelligence Service britannico, meglio conosciuto come MI6. Gli inquirenti esaminarono con attenzione l’abitazione, ma non rilevarono alcun segno di effrazione o tracce di DNA tali da indicare la presenza di un’altra persona al momento della sua morte. Sul lucchetto della borsa e sul bordo della vasca da bagno non furono rilevate le impronte digitali di Williams e neppure prove che fossero state cancellate. Durante l’inchiesta, due esperti tentarono di simulare le condizioni in cui venne trovato Williams per 400 volte, ma senza successo. Fino a quando un’insegnante di yoga invece riuscì nell’impresa. Gli investigatori teorizzarono dunque che “sarebbe stato possibile per Williams rannicchiarsi nella sacca senza toccare il bordo della vasca”.
La morte in circostanze misteriose di un agente segreto ingenerano sempre grande curiosità, soprattutto se le indagini vengono archiviate con la precisazione che non esisteva nessuna connessione fra il decesso ed il lavoro svolto dalla vittima, infatti la dichiarazione ufficiale recitava che “non vi sono prove sufficienti per dire qualcosa di definitivo, al di là di ogni ragionevole dubbio sulle circostanze che hanno portato alla morte di Williams”.
Gli investigatori giunsero a tale conclusione tre anni dopo, e non furono neanche supportati dall’autopsia, la quale risultò impossibile a causa della decomposizione del corpo. Il responsabile delle indagini ipotizzò tre cause sul decesso del Williams: “La prima: che Gareth, per qualche motivo, si sia infilato in quella borsa e non sia stato più capace di tirarsene fuori. La seconda: che Gareth, con l’aiuto di qualcun altro si sia infilato consensualmente nella borsa, che poi qualcosa sia andato storto e che sia morto a causa di questo. La terza: che qualcuno abbia assassinato Gareth mettendolo in quella borsa. Direi che l’assenza concreta e definitiva di prove della presenza di un’altra persona rende la seconda e la terza ipotesi meno realistiche”.
A supporto di questa dichiarazione fu lo stile di vita dell’ex agente segreto specializzato nell’intercettare e decriptare informazioni. Durante le indagini emerse che aveva acquistato diverse parrucche, scarpe ed abiti costosi da donna, inoltre amava gli spettacoli di Drag Queen e dal suo computer aveva visitato diversi siti in cui si mostravano pratiche sadomasochiste. La sua ex proprietaria di casa testimoniò di averlo soccorso insieme al marito mentre si trovava a letto, con le mani legate. Pensarono ad una pratica sessuale, ma lui dichiarò che voleva provare se riusciva a liberarsi da solo.
Il caso si presentò dunque complesso, pieno di contraddizioni e circostanze non perfettamente lineari, tant’è che la soluzione, come accade abbastanza spesso, è arrivata solo il 24 ottobre 2015. Infatti, 5 anni dopo la morte di Williams, una ex spia del Kgb, il maggiore Boris Karpichkov, che ora vive in Gran Bretagna, ha affermato che Williams si sarebbe trovato in un complotto atto a reclutarlo nei servizi segreti russi, i quali non contenti del suo rifiuto decisero di eliminarlo, soprattutto perché non rivelasse l’identità del suo reclutatore. Di quest’ultimo è noto, infatti, solo il nome in codice “Orion”.
Quando la realtà è più intrigante di un libro giallo…