Iran. Arrestati quattro sabotatori presso sito nucleare. Si teme la longa manus del Mossad

di Fabrizio Montagner –

iran nucleare mossad grandeNonostante siano in corso tentativi di aprire relazioni diplomatiche tra gli Stati Uniti e l’Iran in seguito all’elezione del leader moderato Hassan Rohani ed al suo colloquio telefonico con il presidente Obama, e nonostante Teheran, forte dell’appoggio della Russia di Putin, punti ad alleggerire le sanzioni imposte dall’Occidente per inibire il suo programma atomico, oggi si è verificato l’ennesimo tentativo di sabotaggio contro un sito nucleare iraniano.
Quattro uomini stranieri sono stati infatti arrestati dalle forze di sicurezza nei pressi di un sito di ricerca per lo sviluppo della tecnologia atomica mentre si apprestavano a compiere un “tentativo di sabotaggio”. A riferirlo è stato il capo dell’Organizzazione Atomica Iraniana, Ali Akbar Salehi, il quale non ha fornito ulteriori informazioni ne’ su quale sia l’impianto ne’ sulla nazionalità dei fermati.
Secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa iraniana Mehr, i Servizi segreti starebbero interrogando i quattro per conoscere la loro provenienza, chi siano i loro mandanti e quali fossero le loro reali intenzioni.
Non è la prima volta che vengono attaccati siti e scienziati iraniani impiegati nel progetto di sviluppo del programma nucleare: diversi tecnici e ricercatori sono infatti già stati uccisi, soprattutto durante il governo dell’ex presidente Ahmadinejad, e per queste morti Teheran ha sempre puntato il dito contro Israele che, anche in passato e non ultimo in occasione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, si è opposto allo sviluppo del programma nucleare civile iraniano adducendo la presunta intenzione di arrivare alla bomba atomica.
Dal 2010 al 2012 risultano essere stati uccisi, fra gli altri, Daryoush Rezaei, docente universitario esperto dell’Organizzazione atomica iraniana, ammazzato davanti la sua casa a Teheran da un killer in moto, Majid Shahriari morto Teheran per una bomba “adesiva” attaccata alla sua auto;  Massud Ali Mohammadi, uno dei responsabili del programma nucleare, ucciso a Teheran da una moto bomba; Mostafa Ahmadi Roshan, direttore del nuovo centro a Qom per l’arricchimento dell’uranio.
Solo due settimane fa la Russia ha firmato il protocollo di trasferimento della centrale nucleare di Bushehr dalla Rosatom, la ditta che ha portato a termine i lavori, all’Iran.
In realtà la costruzione dell’impianto è partita nel 1975 ad opera di ditte della Germania federale (Ag Siemens, TyssenKrupp ecc.), ma la Rivoluzione del 1979, la guerra con l’Iraq e le accuse della comunità internazionale di utilizzare il materiale nucleare per la fabbricazione della bomba atomica, ne hanno ritardato il completamento con un continuo passaggio di mani e di contratti fra varie aziende, fino alla sovietica Atomstroyexport e poi alla Rosatom.
Si tratta della prima centrale nucleare iraniana, come pure del Medio Oriente, ed è equipaggiata con un solo reattore di tipologia VVER1000 da 915 MW; altri tre reattori non sono ancora stati completati.
La centrale è garantita per due anni e vi rimarranno ingegneri e personale russo per formare gli incaricati iraniani del funzionamento.
La centrale non è soggetta alle restrizioni dell’Aiea in quanto è appurato lo scopo civile dell’impianto e l’Iran ha l’obbligo di consegnare alla Russia il materiale radioattivo di scarto.