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A poche ore dallo storico accordo fra il “5+1” (Usa, Francia, Gb, Russia, Cina + Germania) con l’Iran sulla questione del nucleare, già si vedono i primi effetti positivi sui mercati e nel campo della diplomazia: già in mattinata vi è stata infatti una stabilizzazione dei mercati, soprattutto petroliferi, mentre il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, ha fatto sapere che le sanzioni imposte dall’Unione europea alla Repubblica islamica potrebbero essere revocate già in dicembre.
Quanto espresso dal capo del Quai d’Orsay assume maggiore rilievo se si pensa che era stata la Francia a fare proprie le perplessità di Israele e quindi a bloccare l’incontro degli inizi di dicembre. Fabius ha comunque ribadito che quanto stabilito con l’accordo di Ginevra “sarà limitato, mirato e reversibile”.
I media iraniani hanno salutato con toni trionfalistici l’accordo, imputandone il successo al ministro degli Esteri, Mohammad Javad Zarif. In controtendenza la stampa di area più conservatrice, che ha esortato a non prestare credito agli “inaffidabili” Stati Uniti, colpevoli a loro dire di negare il riconoscimento del diritto all’arricchimento dell’uranio.
