Iran. I candidati alle elezioni presidenziali, dopo il filtro del Consiglio dei guardiani

di Alberto Galvi

Per le elezioni presidenziali del 18 giugno l’organismo di vigilanza elettorale iraniano ha approvato solo sette degli oltre 600 candidati registratisi, comprese sole 40 donne. in base alla costituzione iraniana all’attuale presidente Hassan Rohani non potrà presentarsi per un terzo mandato consecutivo.
Tra i candidati è stato scelto il capo della magistratura Ebrahim Raisi, che è sembrato l’unico in grado di non spaccare il voto conservatore. Gli altri ammessi alla corsa sono l’ex negoziatore nucleare Saeed Jalili, l’ex comandante della Guardia rivoluzionaria Mohsen Rezaei, l’ex parlamentare Ali Reza Zakani, il parlamentare Amir Hossein Ghazizadeh, il riformista Mohsen Mehralizadeh e l’attuale capo della banca centrale iraniana Abdolnasser Hemmati. .
Tra i candidati vi sono tre correnti, quella degli intransigenti, che sostengono l’espansione del programma nucleare del paese e che affermano l’impossibilità di fidarsi degli Usa; i moderati, che vogliono invece mantenere il loro status quo; infine i riformisti, che spingono per trasformare radicalmente la teocrazia. Il principale candidato riformista è Mohsen Mehralizadeh.
Il risultato elettorale delle presidenziali potrebbe influenzare l’esito dei colloqui sul tentativo di rilanciare l’accordo sul nucleare e quindi continuare le trattative in corso a Vienna. Il presidente Usa Biden revocherà le sanzioni se l’Iran riprenderà a rispettare i suoi impegni nucleari, ma le sanzioni non legate al programma nucleare rimarranno in vigore.
In base alla costituzione iraniana, i 12 teologi e giuristi del Consiglio dei guardiani, di cui 6 nominati dal leader supremo e 6 giuristi nominati dalla magistratura, prendono la decisione finale in merito alle qualifiche dei candidati. Il presidente della Repubblica Islamica è eletto per un mandato di 4 anni e può ripresentarsi per un secondo mandato: viene eletto dalla maggioranza assoluta dei cittadini, se necessario in 2 turni.
Il governo iraniano è scelto dal presidente con approvazione legislativa, mentre la Guida suprema, carica che è ricoperta dal 1989 dall’ayatollah Ali Khamenei, mantiene un certo controllo sulle nomine di diversi ministeri. Il governo possiede e gestisce direttamente centinaia di imprese di proprietà statale e controlla indirettamente molte società affiliate alle forze di sicurezza del paese.