Iran. Parte Erdogan e le autorità impiccano tre turchi per traffico di droga

di C.Alessandro Mauceri –

ImpiccagioneSi è appena conclusa la visita del presidente turco Recep Tayyp Erdogan in Iran. Durante gli incontri non sono mancate belle parole e promesse di cooperazione e collaborazione. Buoni propositi che non hanno impedito alle autorità iraniane di eseguire, subito dopo la partenza dell’ospite, tre condanne a morte di cittadini turchi. Le esecuzioni sono avvenute nella prigione di Vakilabad vicino alla città di Mashhad.
Nonostante accordi e convenzioni con molti paesi occidentali, l’Iran non sembra voler rinunciare alla pena di morte: solo nell’ultimo anno sono state oltre mille le esecuzioni capitali. Anche quando si trattava di stranieri di passaggio. Come nel caso di uno dei tre condannati a morte nei giorni scorsi. Un 46enne turco, Faruk Güner, autotrasportatore, la cui esecuzione è stata comunicata alla moglie e ai nove figli da Iran Human Rights (IHR), un’associazione che dalla Norvegia monitora le violazioni dei diritti umani nel paese mediorientale. Anche le altre due esecuzioni capitali riguardavano cittadini turchi. Mehmet Yilmaz e Matin (il cognome non è noto) sarebbero stati condannati senza un regolare processo. Una prassi consueta nel caso di reati di droga, come ha detto un attivista iraniano al Guardian.
Le proteste e le richieste formali presentate dai familiari dei condannati prima dell’incontro dei capi di stato sono rimaste inascoltate, forse per non “turbare” i colloqui.
Lo spaccio e il consumo di sostanze stupefacenti sono problemi gravi per il paese (soprattutto per i minori e i giovani) e le autorità, almeno fino ad ora, non pare siano state in grado di far fronte all’emergenza.
Tornato ad Ankara il presidente turco ha assicurato he “Il nostro governo sottoporrà (la proposta per il ristaiblimento della pena di morte) al Parlamento. E io sono convinto che il Parlamento l’approverà e, quando arriverà davanti a me, io la ratificherò”

rohani grande

Il presidente dell’Iran Hassan Rohani.