Iran. Proposta di chiusura dello Stretto di Hormuz

di Giacomo Dolzani –

Oltre la metà dei deputati del Majlis, il parlamento iraniano, hanno già firmato un disegno di legge che, se approvato, implicherebbe la chiusura immediata dello stretto di Hormuz, punto strategico e di interesse economico internazionale in quanto, approssimativamente, il 20% delle esportazioni petrolifere globali passano attraverso questo tratto di mare che divide il Golfo Persico dal Golfo di Oman e dall’Oceano Indiano.
Infatti tutti i paesi che si affacciano sul Golfo sono tra i maggiori esportatori di petrolio al mondo tra i quali Kuwait, Iraq, Arabia Sautita e lo stesso Iran, tutte nazioni che, a parte quest’ultimo, sono area di influenza degli Stati Uniti e che, in caso di chiusura dello stretto di Hormuz, incontrerebbero delle enormi difficoltà ad esportare una gran parte del loro greggio.
L’iniziativa di questi deputati, che già in passato aveva preso piede ma era poi stata paralizzata dal veto del governo, è la risposta alle sanzioni verso il paese, a loro dire ingiuste, decise da Europa ed Usa.
Il lancio di questa proposta è stato annunciato all’agenzia di stato Irna dal deputato Karim Qodussi, che sostiene la necessità del blocco dello stretto per le petroliere occidentali finché non verranno rimosse queste sanzioni proponendo inoltre, ad eventuali navi che transiteranno in futuro, di imporre una tassa del 3% sul valore di ogni barile di petrolio trasportato.
Nonostante questi agguerriti propositi però il disegno di legge dovrà essere approvato dal Governo, che probabilmente non sarà propenso ad aggravare ulteriormente la crisi tra Iran ed Occidente con una mossa così drastica, inoltre, l’ultima parola su tutte le questioni di stato spetta alla Guida Suprema, l’ayatollah Seyyed Ali Khamenei che può quindi rendere, per la seconda volta, questa iniziativa solo un fuoco di paglia.