Iraq. Continuano le proteste antigovernative

di Gianni Sartori

Fin dal 21 aprile, quando sono state ridimensionate le misure restrittive per il contenimento della pandemia da coronavirus, a Bagdad numerosi manifestanti antigovernativi hanno colto l’occasione per riprendersi la piazza e proseguire le proteste volte a denunciare la corruzione dilagante della classe politica, l’alto tasso di disoccupazione, il caro vita e la povertà diffusa, ma anche chi governa di subire passivamente le ingerenze di paesi stranieri. In pochi mesi sarebbero oltre cinquecento i manifestanti caduti negli scontri con la polizia, ma le manifestazioni non hanno accennato a diminuire di intensità nonostante il nuovo premier, Mustafa al-Kadhimi, si sia detto sensibile ad ascoltare le rivendicazioni di chi protesta. Al-Kadhimi, che proprio settimana scorsa ha ottenuto la fiducia al Parlamento, ha per prima cosa ordinato alla magistratura di scarcerare i numerosi fermati nelle proteste ed ha promesso di perseguire “i responsabili di uccisioni di manifestanti”; ha inoltre garantito che vi saranno risarcimenti per le famiglie dei manifestanti uccisi, come pure ha fatto arrestare i leader dei miliziani sciiti (che per costituzione nel paese non dovrebbero esserci) della fazione fazione Thaa’r Allah, che hanno sparato sulla folla.
Al-Kadhimi in questi giorni sta mettendo insieme la lista dei ministri del suo gabinetto, la quale dovrà poi passare al vaglio del Parlamento dove di fatto governa il caos, ma già i manifestanti accusano il malcostume dei soliti volti che i partiti si scambiano, com’è sempre stato dalla caduta di Saddam Hussein.