IRAQ. Gruppo sciita attacca due sedi partito curdo in zone arabe

TMNews, 10 apr 12 –

Un gruppo iracheno (sciita) inizia a dare seguito alle minacce contro i curdi ed attacca due sedi del partito del presidente della Repubblica il curdo Jalal Talabani. A dispetto delle rassicurazioni del premier iracheno Nouri al-Maliki sulla capacità del suo governo di proteggere i cittadini di etnia curda che vivono nelle zone arabe del paese, due sedi dell`Unione patriottica del Kurdistan, il partito del presidente della Repubblica Jalal Talabani, sono state attaccate nelle città meridionali di al Diwaniyah e Hilla, con un lancio di bombe. L`attentato, riportato oggi dai media locali, arriva a tre giorni dall`ultimatum con cui un`organizzazione che si fa chiamare “I figli gloriosi dell`Iraq” aveva intimato tutti i curdi residenti a Baghdad e nelle zone a maggioranza arabe di lasciare le loro case, onde evitare di essere uccisi. In una nota il partito di Talabani aveva definito questa organizzazione “razzista e terroristica”. Alcune famiglie curde abitanti nel popolare quartiere di Baghdad al Shaab, hanno ricevuto da uomini che si sono presentati come miliziani dell’Esercito al Mehdi (sciita) “l’invito di lasciare Baghdad al più pesto possibile” come ha riferito uno di loro in condizioni di anonimato a “TmNews”. Ieri, il presidente della regione autonoma del Kurdistan iracheno Massud Barzani ha accusato il premier sciita Nouri al Maliki di condurre il paese verso la dittatura. Barzani ha spiegato di aver comunicato al presidente statunitense, Barack Obama, ed al suo vice, Joe Biden, la pericolosità della situazione in Iraq a causa del monopolio del potere da parte del premier, Nouri al-Maliki. Il leader curdo ha aggiunto che appena farà rientro ad Erbil (capoluogo del Kurdistan iracheno) convocherà “una riunione urgente dei leader iracheni per mettere sul tavolo tutte le questioni rimaste in sospeso per essere affrontate con franchezza e serietà; e nel caso che Al Maliki rifiutasse di parteciparvi o non abbia un atteggiamento propositivo, rifiuteremo a nostra volta la sua guida alla testa del governo iracheno”.