Iraq. I qaedisti dell’Isil prendono la città cristiana di Qaraqosh: abitanti in fuga. Pistelli a Baghdad ed Erbil

Notizie Geopolitiche

daesh grandeGli jihadisti dell’Isil (Stato islamico dell’Iraq e del Levante), gruppo affiliato ad al-Qaeda e finanziato dal Qatar, stanno continuando la loro avanzata in Iraq: a cadere nelle loro mani la città di Qaraqosh, città situata tra Mosul, già nelle mani dell’Isil, e Erbil, capitale della Regione autonoma del Kurdistan iracheno.
Qaraqosh è nota per essere interamente cristiana e, temendo ritorsioni e persecuzioni, migliaia di abitanti di fede cristiana sono in fuga dalla città, diretti verso il Kurdistan iracheno, baluardo di resistenza contro l’avanzata degli jihadisti e regione che fin dall’inizio della crisi siriana è centro di ricovero di profughi provenienti dalla Siria ed oggi dall’Iraq.
L’arcivescovo cristiano-caldeo di Kirkuk e Sulaimaniyah, Joseph Thomas, ha riferito che “Apprendo ora che le città di Qaraqosh, Tal Kayf, Bartella e Karamlesh, si sono svuotate della popolazione e ora sono il controllo dei miliziani”.
Da quanto si è saputo i miliziani dell’Isil sono entrati a Qaraqosh dopo il ritiro dei peshmerga curdi, i quali si sono attestati su nuove linee difensive nel tentativo di rendere impermeabile la Regione autonoma.
Nella Piana di Ninive, dov’è situata Qaraqosh, già si trovavano cristiani fuggiti da Mosul: questa mattina un colpo di mortaio sparato dagli jihadisti ha ucciso 3 civili, fra i quali un bambino di 10 anni.
Da ieri il viceministro degli Esteri italiano Lapo Pistelli si trova in Iraq, dove ha incontrato l’omologo Nazar al-Khairullah, il vice-premier e ministro degli Esteri ad interim Hussein al-Shahristani, i rappresentanti della comunità sciita, il presidente del Parlamento Salim al-Jubouri e il neo eletto presidente della Repubblica, il curdo Fouad Masum.
La comunità internazionale pone speranze nel nuovo governo iracheno proprio per dare la stabilità politica necessaria ad intervenire contro gli jihadisti e la visita di Pistelli arriva alla vigilia della designazione del candidato Primo ministro da parte della comunità sciita (il presidente del Parlamento è, per statuto, sunnita, mentre quello della Repubblica è curdo).
“Era importante far sentire la vicinanza della comunità internazionale alle istituzioni irachene” – ha commentato Pistelli a margine degli incontri – “quella di Isil è una minaccia non soltanto all’integrità territoriale dell’Iraq, ma alla stabilità dell’intero Medio Oriente. Non possiamo restare inerti di fronte a questa esplosione di violenze etniche, settarie e religiose”. Oggi Pistelli incontra ad Erbil i rappresentanti del governo regionale curdo, le autorità religiose e il mondo delle ONG per discutere le modalità più opportune per la tutela delle minoranze in questa difficile fase del Paese.


Farnesina –

“La politica misura il tempo in mesi e settimane, ma le comunità della piana di Ninive nel nord dell’Iraq misurano il tempo in giorni e ore” dichiara il Vice Ministro degli Esteri Lapo Pistelli in visita in Iraq in questi giorni. “Da Erbil e dai quartieri che generosamente stanno ospitando migliaia di cristiani in fuga, siamo obbligati a chiedere alla Comunità internazionale un sostegno rapido e tangibile per il Governo regionale curdo e ai peshmerga, guardia nazionale curda, sostanzialmente soli nella gestione di un fronte militare lungo più di 1000 chilometri e soli nel tentativo di liberare alcune comunità intrappolate in condizioni sempre più disperate, come gli Yazidi scappati da Sinjar” ha aggiunto Pistelli
“Ho verificato personalmente – prosegue il Viceministro – che il sistema umanitario dell’ONU qui c’è e si vede, ma i numeri che le agenzie si apprestano a gestire (circa 1.5 milioni tra rifugiati e sfollati) e la mutevolezza della situazione sul campo mettono inevitabilmente a dura prova la loro capacità organizzativa. Il governo regionale curdo, cui ho portato il sostegno italiano, chiede un aiuto immediato per sostenere lo sforzo contro ISIS e per tutelare le comunita cacciate dalle loro case”.
Speriamo dunque – conclude Pistelli – che possano innanzitutto arrivare in giornata buone notizie da Baghdad, ovvero aggiornamenti sulla positiva formazione di un governo unitario, ma deve essere chiaro che la dimensione della sfida lanciata da ISIS non può essere sottovalutata se non si vuole che la mappa del Medio Oriente venga riscritta nelle prossime settimane.