IRAQ. Scontri nei pressi di una raffineria

di Manuel Giannantonio –

iraq camion colpitoI militari iracheni hanno combattuto contro gli insorti sunniti per il controllo della principale raffineria in Iraq, nel momento in cui il segretario di Stato americano John Kerry, tentava di spingere per un’unità politica per evitare la resa del paese nei confronti dell’offensiva della Jihad.
Kerry è arrivato in Kurdistan iracheno dopo aver promesso a Baghdad un sostegno “intensivo”per contrastare questa offensiva che ha permesso alla Jihad di appropriarsi di larghe fette di territorio.
Prima dell’alba, gli insorti, condotti dal gruppo ultra radicale dello Stato islamico in Iraq, hanno lanciato un nuovo assalto per riprendersi la raffineria di Baiji, a 200 km a nord di Baghdad ma i soldati hanno respinto l’offensiva, secondo quanto riferito da alcuni responsabili.
I soldati godevano dell’appoggio dell’aviazione. Dieci bambini e nove donne sono periti nei raid, secondo un altro responsabile, mentre la televisione nazionale ha apertamente parlato di 19 terroristi uccisi.
L’esercito aveva già respinto un precedente assalto contro la raffineria. Un episodio che fu determinante nell’affollare i mercati petroliferi.
Si trattava di un raro successo delle forze armate dopo la loro totale debacle nei primi giorni dell’offensiva lanciata il 9 giugno dagli insorti che hanno affermato la loro autorità in diverse regioni nel nord, nell’ovest e nell’est del paese attraverso una folgorante azione che ha allarmato la comunità internazionale.
Mentre la Jihad agiva il segretario di Stato americano John Kerry era a Erbil per tentare di persuadere i curdi ad associarsi a un governo di unione per evitare che il paese sprofonda nel caos.
La sua missione però rimane ardua, il Presidente Curdo Massoud Barzani invocando le dimissioni di al-Maliki che sembra voler mantenere il potere nonostante l’ondata di critiche contro la sua politica confessionale che ha marginalizzato la minoranza sunnita, sembra non aver ancora deciso.
Kerry a tal proposito ha affermato: “Come tutto il mondo sa, si tratta di un momento molto critico per l’Iraq, e la formazione di un governo è la nostra sfida principale”.
Le profonde divergenze che regnano nel paese ben prima dell’offensiva della Jihad stanno impedendo la formazione di un nuovo governo che è diventata più urgente dopo l’assalto. Inoltre, le forze Curde hanno preso potere in diversi settori dopo il ritiro dell’esercito armato, specialmente in zone come la città multi-etnica e petrolifera di Kirkouk, che i Curdi vogliono incorporare alla loro Regione autonoma.
Secondo Kerry, l’offensiva della Jihad rappresenta una minaccia esistenziale per l’Iraq e ha promesso un sostegno maggiore e più efficace se le forze politiche operano per l’unità del paese. Il Presidente Barack Obama ha annunciato l’invio di consiglieri militari per sostenere l’esercito, ma ha escluso colpi aerei.
Dopo l’Iraq Kerry volerà a Bruxelles per una riunione della NATO per poi recarsi successivamente a Parigi. Era stato in precedenza in Egitto e in Giordania, paese vicino all’Iraq che ha rinforzato il proprio dispositivo di sicurezza alla frontiera.
Dal 9 giugno, i jihadisti hanno preso possesso del Mosul, seconda città dell’Iraq, di una gran parte della provincia, di Dyala (est) e Kirkou (nord) e hanno ormai quattro città nella provincia occidentale di al-Anbar. Questa provincia confina con la Giordania e la Siria.