Notizie Geopolitiche –
Si stringe la morsa dei militari iracheni, delle milizie sciite e soprattutto dei peshmerga curdi su Mosul, questi ultimi ormai a pochi chilometri dalla città, nonostante i jihadisti e gli abitanti loro alleati stiano resistendo arrivando ad incendiare i pozzi petroliferi per confondere gli obiettivi ed ostacolare i raid della coalizione a guida Usa.
Ad una settimana dall’inizio delle operazioni il governo di Baghdad ha informato che sono almeno 700 i miliziani dell’Isis uccisi, ma man mano che le forse loro avverse avanzano cresce in modo direttamente proporzionale il numero dei civili in fuga.
Sono diverse decine i villaggi attorno a Mosul ripresi, ma i jihadisti, dopo aver attaccato la città di Kirkuk, hanno tentato una sortita a nord ovest, a Sinjar (Shangal in curdo), ma i peshmerga e gli yazidi sono riusciti a respingere l’attacco. Stessa cosa ad Ar Rutbah, nel sud-ovest del paese e a 50 chilometri dalla Giordania, dove però i jihadisti sono stati respinti dai militari iracheni e dai miliziani sunniti della tribù della tribù Sawha.
Ieri è stato catturato dalle forze di sicurezza irachene “l’emiro” dell’Isis Abu Islam al-Ansarai, considerato la mente del sanguinoso assalto di venerdì scorso a Kirkuk, dove una settantina di miliziani hanno tentato di prendere il controllo dei punti nevralgici della città sotto il controllo dei militari iracheni ma a maggioranza curda, assaltando la centrale elettrica ed alcuni palazzi amministrativi prima di essere eliminati dai militari.
Le informazioni indicano un centinaio di jihadisti diretti dalla Siria verso Mosul.